Internet of Things. Apocalittici e integrati

26 Marzo 2017 Smart Building Italia


È apparso il 23 marzo sul sito di Media Duemila, illustre rivista di cultura digitale, un articolo dedicato ai quei dispositivi che ascoltano e che parlano, in grado cioè di governare la casa, dare informazioni, riprodurre musica, rispondere alle domande, esaudire (alcuni) desideri espressi per voce. Diciamo: la propaggine più ammaliante dell’Internet of Things. «Tecnologia semplice, che può imparare dagli errori (la facoltà di aggiornarsi in automatico si chiama tecnica machine learning), con colossi dell’ICT al lavoro senza risparmiarsi mentre altri già suonano campanelli d’allarme: “Potrebbe essere a rischio il futuro del genere umano”», si legge nell’articolo. Nientemeno.

La paura della distopia è probabilmente frutto della suggestione generata dalle teorie e dalle fantasie di sociologi, scrittori e cineasti, e si pensi solo al film 2001: Odissea nello spazio con il supercomputer Hal 9000 ribellatosi al dominio umano, ma questi dispositivi definiti “maggiordomi virtuali” ci avvicinano a passo sostenuto verso la realizzazione dell’Intelligenza Artificiale. E la paventata insidia sarà forse ingrandita dalla loro capacità vocale, così suadente e servizievole.

L’articolo di Media Duemila elenca i dispositivi già in commercio (almeno negli Usa): «Google è alle prese con il sistema Assistant che comprende lo sviluppo dello smartphone Pixel, dell’app per la messaggistica Allo e del maggiordomo Home (che arriverà probabilmente in Italia nel 2017). Amazon sta mettendo a punto Echo, il dispositivo hardware, ed Alexa. Nell’autunno 2017 dovrebbe arrivare Home Hub di Microsoft. Facebook sta sperimentando Jarvis: si troverebbe nell’abitazione di Mark Zuckerberg già da mesi ed è in via di perfezionamento e sarà in grado anche di riconoscere i volti».

Media Duemila conclude l’articolo specificando che a dispetto dell’appassionato ed interessato impegno dei big della digital economy su questo tipo di dispositivi Internet of Things, «non tutti sono entusiasti dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e del machine learning. Insomma, tra non molto potremmo mettere le nostre vite nelle mani virtuali di macchine più intelligenti di noi. E se queste macchine imparassero anche a ribellarsi soggiogando l’umanità? È il dilemma sollevato da Stephen Hawking ed Elon Musk (quello delle macchine elettriche Tesla e dei razzi Space X, ndr). Per evitare che diventi realtà, Musk sta lavorando ad una Intelligenza Artificiale a misura d’uomo. In bocca al lupo a tutti».

Internet of Things e cybersecurity

Se il timore verso le macchine parlanti appare (per adesso) una suggestione “fantascientifica”, la preoccupazione di veder violata la propria privacy attraverso i dispositivi IoT è invece forte, almeno stando all’indagine dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano realizzata in collaborazione con Doxa, secondo cui il 67% dei potenziali acquirenti intervistati teme attacchi hacker.

Sul tema si è espressa un’autorità sulla cybersecurity, quell’Edward Snowden, il consulente della National Security Agency che nel 2013 ha fatto scoppiare lo scandalo della sorveglianza di massa, intervenuto la settimana scorsa al CeBit di Hannover.

Citato dal quotidiano La Stampa, a proposito di Internet of Things, Snowden ha detto: «Il metodo migliore è offrire trasparenza, con prodotti di cui gli utenti più esperti possano verificare l’affidabilità. E poi i produttori devono introdurre livelli di sicurezza tali da rendere troppo costose le operazioni di spionaggio. Se il prezzo da pagare per bucare un dispositivo supera il valore delle informazioni che si possono raccogliere, ecco, questo è il miglior rimedio possibile al dilagare della sorveglianza».

A questo proposito, il sito Key4Biz ha citato un’altra personalità del ramo, Bruce Schneier, che al blog Linux.com ha detto: «Ho collezionato decine di documenti aziendali dedicati alla sicurezza IoT, ma il vero problema è economico, perché quando parliamo di miliardi di device in circolazione e connessi in rete parliamo spesso di prodotti a basso costo e accessibili a tutti, con un livello di sicurezza basso proprio in virtù della volontà di contenerne i costi così da aumentarne le vendite».

L’appuntamento di Smart Building Expo a Milano in novembre con SICUREZZA 2017 offre certamente l’opportunità per affrontare questo tema urgente.