Millennials: senza rete non è vita

10 Ottobre 2017 Smart Building Italia


I tempi cambiano, banale vero? Eppure cambiano sul serio anche se siamo occupati nella quotidianità ed è difficile accorgersene. A dirci che i tempi cambiano, oltre che la nostra immagine riflessa da uno specchio irriguardoso, sono le ricerche sociologiche o demografiche o economiche. Prendiamo allora la ricerca realizzata dalla Goldsmiths University per conto di HTC, gigante taiwanese degli smartphone ora entrato nella sfera di Google. Venti anni fa, 1997, per i ventenni di allora le preoccupazioni più comuni si concentravano sull’avere una relazione sentimentale felice, guadagnare a sufficienza per pagarsi affitto, bollette e vacanze, risparmiare per poter comprare casa, sulla spiacevole sorpresa di aver scattato foto sovraesposte (una volta sviluppate).

I Millennials (perlomeno quelli occidentali) hanno capovolto il mondo. I ventenni di oggi hanno infatti paura di dover rimanere a casa perché in attesa di una consegna senza conoscere l’orario preciso in cui suonerà il corriere, dimenticare le credenziali dell’account, dimenticare il telefono a casa, dormire in un albergo senza wi-fi gratuito, dover aspettare tanto tempo per caricare il film in streaming. A ragion veduta, più che i Millennials (i giovani nati tra gli ultimi anni dei ’90 e i primi anni del 2000) è stata la rete internet a capovolgere il mondo.

Sebbene Patrick Fagan, psicologo comportamentale, abbia commentato che è un riflesso istintivo cercarsi dei problemi e che una vita vita senz’altro più comoda ci induce (induce i ventenni) a trasformare dei capricci in preoccupazioni (c’è anche il rischio di imbattersi in un avocado non abbastanza maturo, sic!), se non addirittura in paure, la rete ha effettivamente impattato non solo sulla vita economica, ma incide radicalmente sugli stili di vita. Per i giovani essere connessi è vitale ed è ormai inconcepibile un ritorno al “mito del buon selvaggio“.

E chissà se tra vent’anni la Goldsmiths University non vorrà tornarci su e scoprire che tra le preoccupazioni più avvertite non ci sia vivere in un’abitazione ancora sprovvista di impianto multiservizio o priva di dispositivi Internet of Things (o un viaggio di piacere su Marte).