Cercasi architetti per la filiera dell’audio video

31 Ottobre 2018 Smart Building Italia


Digitale, una marcia inarrestabile. Ormai approdata a esperienze audio video sempre più diffuse e differenziate, in grado di permeare la comunicazione nel senso più esteso possibile, compresa quella derivata da investimenti pubblicitari mirati a utilizzare il digitale per emergere in qualsiasi settore possibile. La conseguente competition a colpi di effetti speciali fra spot di auto, moda, cosmetici e generi di lusso è quotidianamente sotto gli occhi di tutti.

Su questo e altro ci si confronterà nel forum Audio-Video-Controllo, in programma il 7 novembre, dalle 9,30 alle 13,30, nel salone d’onore della Triennale di Milano. Organizza SIEC, ovvero Systems Integration Experience Community, l’associazione italiana che riunisce le aziende e gli operatori nell’ambito del mercato dell’integrazione di sistemi audio video e controllo professionale, costituita nel 2009 per agevolare un cammino condiviso verso gli smart building e le smart city di un futuro sempre più vicino. Di SIEC è presidente dal 2012 Carla Conca, responsabile della business unit Visual Instruments all’interno di Epson Italia.

Carla Conca, con quale obiettivo nasce il forum del 7 novembre?
«Ritrovarsi come community per fare il punto sullo sviluppo e le prospettive del digitale nella comunicazione audio video. Un tema sempre più ampio e caratterizzato dalle più varie connessioni».

Chi fa parte di questa community?
«L’intera filiera del digitale, da chi lo produce a chi lo utilizza, che è come dire dalle aziende agli operatori. Con una naturale predisposizione ad accogliere sempre nuovi soggetti, considerando di vivere in una realtà sempre più digitalizzata».

Ad esempio?
«Negli ultimi anni è cresciuto in modo considerevole e determinante il peso dei progettisti e degli architetti nella configurazione degli ambienti e delle esperienze audiovisive. Una presenza così importante che sempre SIEC, nei pomeriggi del 6 e 7 novembre, organizza un ArchIntegration Workshop a numero chiuso, riservato solo ad architetti».

Con quale fine?
«Soprattutto facilitare la formulazione di un linguaggio comune che, per ora, in buona parte manca. Succede che a volte gli architetti progettino tenendo conto solo in modo generico delle installazioni previste e delle procedure necessarie».

A proposito di procedure, quando vengono rispettate in modo integrale, scatta una certificazione da parte di SIEC?
«Ci siamo arrivati dopo un cammino lungo e impegnativo. Non è stato facile, né rapido, giungere a una serie di prassi di riferimento in base a cui formulare un protocollo condiviso con UNI, che è l’ente nazionale di normazione, ma alla fine ci siamo riusciti. Nel 2018 abbiamo così potuto rilasciare le prime certificazioni».

Si desume che dobbiate misurarvi con una formazione permanente.
«Certo, dove il nocciolo della questione, su cui ci confronteremo anche nel forum in Triennale, riguarda oggi solo in parte procedure e tecnologie».

C’è dell’altro, quindi?
«Ci sono prima di tutto i contenuti, ovvero quale percezione della realtà offriamo al pubblico, quando per pubblico intendiamo chi entra in un negozio, ma anche in un auditorium dotati di un sistema integrato audiovisivo. I grandi brand della moda ci insegnano che i dettagli tecnologici restano secondari rispetto alla percezione globale dell’evento. Nel forum di Milano contiamo di far affiorare questa verità invitando a parlare testimonial di aziende che, per conquistare il trend del mercato, hanno investito in questa visione del digitale».

Basata su cosa?
«Sul concetto di esperienza. Qualcosa di così forte da toccare in modo integrale la nostra percezione».

Un obiettivo del genere ricade necessariamente anche sulla fase dell’installazione, che diventa un atto di pensiero oltre che un intervento meccanico.
«Andiamo verso figure professionali di installatori che devono essere sempre più consapevoli di partecipare in misura fondamentale alla progettazione e realizzazione di esperienze audiovisive».