Da Bari a Dallas la smart city è il futuro del lavoro

19 Novembre 2018 Smart Building Italia


Un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro entro il 2023 nelle città italiane che più investono in connettività, Big Data, applicazioni, web. Lo ha rivelato la quarta edizione dello Smart City Index, realizzato dal network di servizi globale Ernst & Young, sulla base dei dati in arrivo da 117 capoluoghi del nostro Paese. Con relativa classifica, che pone Milano al primo posto, davanti a Torino e Bologna, e Bari nettamente avanti fra tutte le città del sud Italia, in una Puglia nobilitata anche dalla consistente crescita di Lecce.

Quindi, anche in Italia il futuro diventa sempre più smart, specie nelle due città – Milano e Bari – sedi degli eventi fieristici di Smart Building. E, di conseguenza, il presente, che già si sta configurando in modo massiccio per accogliere le novità introdotte da quanto rende smart la vita quotidiana: nuove tecnologie digitali, Internet of Things (IoT), 5G, risparmio energetico. Una rivoluzione così estesa e strutturata da creare necessariamente occupazione, secondo questa fonte così autorevole. Che non è comunque la sola, apprendendo che in questi stessi giorni la compagnia di telecomunicazioni americana AT&T rende pubblici i risultati di un anno di rilevazioni effettuate in una metropoli texana ad alto tasso tecnologico come Dallas. Se ne evince, secondo quanto comunicato da AT&T e Dallas Innovation Alliance, che crescono in sintonia sicurezza, fluidità di traffico, business e sostenibilità.

È infatti un mix di semafori intelligenti e sorveglianza mirata delle forze di polizia, “pilotate” da migliaia di telecamere, a favorire a Dallas una crescita del 13% delle persone in aree commerciali dove un incremento del 12% di entrate si accompagna a un 6% in meno di attività criminali. Ancora più sensibile il dato proveniente dalla metropoli texana a proposito di illuminazione pubblica: l’adozione di LED a basso consumo, in funzione solo durante il transito di mezzi e persone, ha portato in dote un 35% di minori costi per la comunità.

Il fresco esempio di Dallas conforta la tendenza globale rilevata dalla piattaforma americana Business Insider che, sulla base dei propri dati condivisi da una media giornaliera di 47 milioni di utenti unici, prefigura entro il 2023 investimenti da parte dei governi per 900 miliardi di dollari in Smart Development, con una previsione tendenziale di 40 miliardi di dispositivi operanti grazie a Internet of Things.

È un modello di sviluppo che trova riscontro nei dati diffusi dal portale di informazioni tedesco Statista a proposito delle smart home, le abitazioni delle nascenti smart city: nuclei stimati entro il 2023 attorno ai quattro milioni e duecentomila in tutto il mondo, con relativo volume di affari di 160 miliardi di dollari. L’ipotesi risulta plausibile alla luce dei 644 milioni di Smart Home Device attivati solo nel 2018 secondo un’indagine svolta dall’istituto di ricerche di mercato IDC.

Ascolta l’intervista di Radio24Andrea D’Acunto, Mediterranean Government and Public Sector Leader di EY.

 

Sono tutti numeri globali in grado di corroborare in modo esauriente quelli italiani diffusi dallo Smart City Index di fresco conio. Dossier dove si apprendono altre previsioni illuminanti come i 3 miliardi e 700 milioni di euro di fatturato già generati in Italia dal mercato IoT, e i 350 mila posti ad alta specializzazione da considerare dentro il milione e mezzo previsto per i prossimi cinque anni, un 25% di progettisti, installatori e fornitori di servizi che faranno della propria formazione un decisivo valore aggiunto.