Banda Ultralarga: lo stato dell’arte è preoccupante

9 Settembre 2025 Ilaria Rebecchi


Nonostante l’impegno nella mappatura e nei piani, l’Italia si trova ancora di fronte a ostacoli strutturali significativi nella copertura ultralarga. I ritardi nei piani pubblici e privati e l’effettiva disponibilità tecnologica sono vere e proprie sfide aperte e servono interventi mirati e una gestione più efficiente e trasparente per superare il digital divide ancora esistente.

Prosegue l’attività di mappatura delle coperture di rete fissa a banda ultralarga, obiettivo primario – secondo Infratel Italia – per garantire agli italiani prestazioni elevate in tutti i collegamenti Internet, elemento cruciale per sfruttare pienamente la Società dell’Informazione. La recente mappatura 2025 delle reti fisse a banda ultralarga, tuttavia, una situazione tutt’altro che risolta.

LA SITUAZIONE

L’orizzonte temporale è fissato al 31 dicembre 2028, per valutare la copertura attuabile tramite reti fisse NGA (Next Generation Access) con picchi superiori a 300 Mbit/s. L’analisi comprende 28,740,607 civici “al netto dei civici del piano Italia a 1 Giga”, che dovrebbero essere completati entro il 2026. Il database nazionale dei civici (ANNCSU) è quasi completo, ma la consistenza precisa dei civici ufficiali resta ancora da rendere pubblica.
I numeri evidenziano che i piani degli operatori privati coprono oltre il 60% dei civici, con 58,6% tramite fibra ottica e 1,7% tramite FWA (Fixed Wireless Access). Per le “aree bianche” (piano BUL), la previsione è di completamento entro il 2028 con 5,4 milioni di civici coperti in fibra ottica (18,7%) e 2,2 milioni in FWA (7,5%) – pari al 26,3% del totale. Resta però una parte consistente scoperta: 2,5 milioni di civici hanno prestazioni inferiori a 300 Mbit/s e 1,4 milioni ne sono completamente privi, ovvero il 13,5% dell’universo analizzato.

Se fossero integrati i civici del piano 1 Giga (portando il totale a circa 35,5 milioni), il contributo delle reti private aumenterebbe al 68%, con i civici non coperti che scenderebbero al 10,9%.

Un’analisi interessante riguarda la “prossimità delle reti”: dei 3,9 milioni di civici non adeguatamente coperti entro il 2028, 750.000 presentano coordinata scadente, mentre 1,3 milioni sono a meno di 50 m da reti performanti – quindi tecnicamente raggiungibili. Restano 1,8 milioni realmente distanti dalle infrastrutture.

Lo stato dell’arte risulta preoccupante: copertura del 49,8% su base 28,5 milioni di civici, con 5,3% tramite FWA BUL, tecnologie che non garantiscono in ogni caso i 300 Mbit/s previsti (limite minimo da 30 Mbit/s). Considerando l’insieme dei piani pubblici e privati, si stima un gap residuo attorno al 10%, più la quota BUL FWA da migliorare, per un totale ben superiore al 15% (circa 16,9%).

Per risolvere la lacuna, sono decisivi due fattori:

  • Migliorare la qualità delle informazioni sui civici, evitando interventi su unità irrilevanti o inesistenti e concentrandosi su quelle realmente necessarie.
  • Mantenere neutralità tecnologica, pronti a cogliere le opportunità evolutive anche oltre i modelli tradizionali.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.