Il settore costruzioni dopo il crollo dei bonus: tra frenata e nuove prospettive
Il 2024 ha segnato la fine di una stagione straordinaria per l’edilizia privata italiana. La progressiva riduzione del Superbonus e lo stop allo sconto in fattura anche per i bonus ordinari hanno chiuso un ciclo che, negli ultimi anni, aveva sostenuto in modo decisivo l’attività del comparto.
Con la cessazione degli incentivi più generosi, il mercato è entrato in una fase di riassestamento, più selettiva ma anche più vicina alle logiche ordinarie di domanda e offerta.
Secondo i dati ENEA e Ministero delle Infrastrutture, nei primi mesi del 2024 gli investimenti incentivati avevano ancora un ritmo elevato, intorno ai cinque miliardi di euro mensili. Ma già da aprile a novembre si è assistito a un brusco crollo: i flussi si sono ridotti a circa 180 milioni al mese, segnalando la fine della spinta eccezionale garantita dai bonus. Un impatto che si riflette anche sui cosiddetti “bonifici parlanti” relativi agli interventi di riqualificazione: nei primi dieci mesi del 2024 il valore complessivo delle operazioni è calato del 10,8 % rispetto all’anno precedente.
A risentirne maggiormente è il comparto residenziale, dove famiglie e condomìni tendono a rimandare gli interventi in attesa di un quadro normativo più stabile. Più dinamico, invece, il segmento non residenziale privato, che secondo le stime ANCE ha chiuso il 2024 con un lieve incremento (+0,7 %), trainato dalle nuove iniziative del retail e dal turismo ricettivo.
I dati dell’Osservatorio SAIE in collaborazione con Nomisma offrono un quadro articolato: nel primo trimestre del 2025 il 34 % delle imprese ha registrato un aumento del fatturato, mentre un altro terzo ha mantenuto livelli stabili. Oltre la metà delle aziende considera adeguato il proprio portafoglio ordini e quasi una su due dichiara un livello di fiducia alto o molto alto. Un segnale di resilienza, che riflette la capacità del settore di adattarsi a un contesto meno drogato dagli incentivi e più basato sulla qualità dell’offerta e sulla solidità finanziaria.
Restano elementi di preoccupazione diffusa
Il 76 % degli imprenditori del settore manifesta pessimismo verso lo scenario geopolitico e macroeconomico, mentre le principali criticità interne riguardano l’incertezza normativa, l’aumento dei costi dei materiali e la riduzione degli investimenti pubblici e privati.
Tra le agevolazioni ancora operative, i bonus ristrutturazioni, Ecobonus e bonus 65 % continuano a rappresentare un riferimento importante, ma con effetti più contenuti rispetto al passato. Le previsioni ANCE per il 2025 indicano una flessione del 7 % degli investimenti complessivi in costruzioni: –4,9 % per l’edilizia abitativa, compensato da un +10,6 % nel comparto non residenziale. La manutenzione straordinaria delle abitazioni, in particolare, mostra una contrazione stimata intorno al 30 %, conseguenza diretta della riduzione delle aliquote fiscali.
Le opere pubbliche
Diverso il quadro delle opere pubbliche, che proseguono invece su un sentiero di crescita. Dopo il +21 % del 2024, per il 2025 si prevede un ulteriore incremento del 16 %, sostenuto dall’attuazione dei programmi PNRR e dai progetti infrastrutturali locali. Sul piano produttivo, l’indice ISTAT segna un +3,9 % per il 2024 e un ulteriore +3,4 % nei primi mesi del 2025, dati che confermano la vitalità strutturale del comparto, pur in un contesto di forte trasformazione.





