Competenze, AI e sfida demografica: ecco le vere sfide della competitività delle aziende italiane tra tecnologie e doppia transizione

9 Novembre 2025 Ilaria Rebecchi


Lo studio “Verso una nuova competitività industriale europea: il ruolo strategico dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica” firmato da The European House – Ambrosetti con ANIE Confindustria e il Research Department di Intesa Sanpaolo, fa emergere criticità e opportunità legate a capitale umano, intelligenza artificiale, formazione e mismatch di competenze.

Negli ultimi anni due parole sono entrate con forza nel vocabolario dell’economia italiana: green e digital. La doppia transizione – ambientale e digitale – è insieme una promessa e una sfida: una questione di innovazione tecnologica o di investimenti industriali: è una trasformazione che sta ridisegnando la geografia del lavoro.

Nel mondo, entro il 2030, digitalizzazione, decarbonizzazione e adattamento ai cambiamenti climatici creeranno 18,5 milioni di posti di lavoro netti. Un numero impressionante, che racconta come la transizione non sia un processo di distruzione, ma piuttosto di ricomposizione: nuove professionalità emergono mentre altre, legate a modelli produttivi superati, scompaiono.

La situazione italiana

In Italia questa metamorfosi è ancora più evidente nei settori elettrotecnico ed elettronico, che già oggi sono tra i più esposti alle dinamiche della green economy. Nel 2023, il 77% delle nuove assunzioni in questi comparti richiedeva competenze “green”, a fronte di una media nazionale ferma al 35%. È un dato che racconta due cose: da un lato, il dinamismo e l’orientamento sostenibile di queste industrie; dall’altro, la difficoltà di un Paese che cresce a due velocità, con alcuni settori proiettati nel futuro e altri ancora ancorati al passato.

Stessa logica per le competenze digitali. L’industria 4.0, la diffusione delle smart grid, l’automazione dei processi produttivi, la cyber-sicurezza, il cloud e l’Internet of Things stanno generando un fabbisogno enorme di tecnici e professionisti in grado di coniugare conoscenze ingegneristiche con capacità di gestione dei dati e delle piattaforme. Non si tratta più di ruoli di nicchia, ma di requisiti di base: l’operaio del futuro dovrà essere in grado di lavorare accanto a un robot, interpretare dashboard digitali e applicare protocolli di efficienza energetica.

Le competenze mancanti: il tallone d’Achille del nostro Paese

Se la domanda di competenze green e digital cresce a ritmi sostenuti, l’Italia continua a mostrare un ritardo preoccupante. Solo il 49% degli italiani possiede competenze digitali di base, contro una media OCSE del 71%. Ancora più critico il fronte STEM: appena 18,5 laureati ogni 1.000 giovani, ben al di sotto di Francia (35,3) o Irlanda (40,1).
Alla debolezza iniziale si somma una scarsa propensione alla formazione continua: nel 2022 solo il 10% della popolazione in età lavorativa ha partecipato a corsi di aggiornamento, contro una media UE del 13% e punte come la Svezia al 35%.

Le imprese

Le imprese italiane dell’elettrotecnica ed elettronica denunciano un problema cronico: mancano tecnici e operai specializzati. Nel 2023 l’85% delle nuove assunzioni riguardava questi profili, ma il 75% delle aziende ha segnalato difficoltà nel reperirli. Le conseguenze sono concrete: il 69% delle imprese ha dovuto rallentare o bloccare progetti strategici, e quasi un terzo ha perso opportunità di mercato. Un trend in crescita dal 2017, che rischia di diventare strutturale senza interventi urgenti su formazione e orientamento.

E la formazione?

Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano uno strumento efficace per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di competenze. Con un tasso di occupazione all’84% nel 2023 e iscrizioni in forte crescita (+38,1%), gli ITS dimostrano la loro utilità. Tuttavia, restano marginali: solo l’1% degli iscritti alla formazione terziaria, contro il 40% della Germania. A pesare sono la scarsa integrazione con scuole e università, la poca visibilità e l’assenza di una strategia nazionale di lungo periodo.

La frontiera dell’Intelligenza Artificiale Generativa: una minaccia o un valido alleato?

L’AI generativa promette di trasformare il lavoro, liberando fino a 5,7 miliardi di ore annue e generando fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al PIL della Lombardia. Le aziende non la vedono come un pericolo occupazionale: l’81% non teme cali di posti di lavoro, ma riconosce che il modo di lavorare cambierà radicalmente. La sfida diventa quindi formare figure capaci di interagire con l’AI, facendone un alleato strategico.

Competenze e sfida demografica

Alla crisi di competenze si somma quella demografica. Entro il 2050 la popolazione italiana in età lavorativa calerà del 20,5%, il peggior dato europeo. Uno scenario che rischia di erodere la base produttiva e frenare l’innovazione. In proiezioni estreme, la natalità italiana potrebbe azzerarsi nei prossimi secoli. Per questo, oltre a politiche familiari, diventa cruciale puntare su tecnologie che aumentino la produttività e su percorsi di aggiornamento continuo dei lavoratori.

Il nodo centrale è il capitale umano. Come sottolineato da ANIE, le cui proposte vanno dal valorizzare le professioni tecniche con campagne nazionali, al rafforzare i percorsi formativi integrati (ITS, università, IFTS), passando per l’aggiornare gli standard professionali con tavoli multistakeholder, il promuovere upskilling e reskilling lungo le filiere e attrarre talenti attraverso hub internazionali.

Le competenze saranno la vera infrastruttura del futuro?

La doppia transizione non si gioca solo su tecnologie e investimenti, ma soprattutto sulle persone. Senza tecnici preparati, ingegneri formati e operai qualificati, l’Italia rischia di restare indietro. Come ha ricordato ANIE, le competenze non sono un accessorio, ma l’asse portante della competitività industriale. Investire in capitale umano è la condizione per trasformare le sfide della transizione in opportunità di crescita.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.