Illuminazione: una tecnologia cruciale, spesso trascurata, nella transizione verde dell’UE
Mentre l’Europa traccia il suo percorso verso un futuro più verde e competitivo, l’ecosistema dell’efficienza energetica si trova al centro della crescita sostenibile. Esso guida l’innovazione, la produzione e la creazione di posti di lavoro all’interno dell’Europa, fornendo al contempo soluzioni pronte all’uso che riducono i costi energetici, abbattono le emissioni e aumentano la sicurezza energetica.
Troppo spesso, l’illuminazione è considerata una semplice utenza – qualcosa che accendiamo senza pensarci due volte. Ma l’illuminazione è molto di più. L’illuminazione, quando fatta bene, ha il potere di migliorare la vita di tutti, ovunque, consentendo la vista, il comfort, il benessere, la bellezza, la salute e la sicurezza, e di trasformare gli ambienti interni ed esterni. È anche una pietra angolare dell’efficienza energetica e dovrebbe essere meglio riconosciuta come tale nella legislazione dell’UE.
L’Illuminazione in Europa: un settore ad alto impatto e guidato dall’innovazione, pronto a fornire risultati
Sebbene una singola fonte luminosa utilizzi relativamente poca energia, il numero elevato di prodotti per l’illuminazione installati a livello globale rende l’illuminazione il terzo più grande consumatore di energia a livello mondiale, rappresentando dal 12% al 20% del consumo globale di elettricità. In Europa, l’illuminazione da sola rappresenta circa il 12% del consumo di elettricità domestica. La buona notizia? Esistono già sistemi di illuminazione efficienti e intelligenti. Essi offrono soluzioni immediate ed economicamente vantaggiose per ridurre il consumo energetico e tagliare le emissioni di CO₂.
Molti presumono che la transizione all’illuminazione LED sia completa, ma l’Europa è solo a metà strada. Andando oltre i LED, l’aggiunta di sensori e controlli può generare un risparmio energetico fino all’80% rispetto all’illuminazione convenzionale.
Inoltre, l’industria europea dell’illuminazione detiene un significativo valore industriale che non dovrebbe essere sottovalutato, come evidenziato dalle seguenti cifre chiave:
- Il mercato europeo dell’illuminazione supera i 20 miliardi di euro di valore annuale, con i soli membri di LightingEurope che generano circa 15 miliardi di euro di fatturato.
- Il settore sostiene circa 120.000 posti di lavoro in tutta Europa, comprendendo l’intera catena del valore, inclusi i canali di distribuzione.
- Tra il 2021 e il 2022, sono stati registrati più di 600 nuovi brevetti di proprietà intellettuale nel mercato dell’illuminazione dell’UE, riflettendo un ecosistema dinamico e guidato dall’innovazione.
- L’industria mantiene una forte presenza fisica in Europa, con la maggior parte delle attività di ricerca e innovazione che si svolgono nel continente.
- Le aziende membri di LightingEurope da sole gestiscono 38 siti di produzione, 39 strutture di ricerca e sviluppo e 102 uffici amministrativi in tutta Europa. Questi numeri crescono ulteriormente se si includono le numerose PMI (più di 1000 aziende) rappresentate dalle nostre associazioni nazionali e attive in tutto il continente.
Far contare l’illuminazione: un appello per l’inclusione nelle strategie e legislazioni chiave dell’UE
Nonostante il suo potenziale, l’illuminazione è quasi assente dalle recenti strategie chiave dell’UE – il Green Industrial Deal e il Piano d’Azione per l’Energia Conveniente – e rischia di rimanere assente nelle prossime proposte legislative.
Per sfruttare appieno il potenziale dell’illuminazione, abbiamo bisogno di:
- Il chiaro riconoscimento politico dell’illuminazione come tecnologia essenziale per la transizione verde in tutte le politiche industriali ed energetiche.
- L’implementazione ambiziosa a livello nazionale della Direttiva sull’Efficienza Energetica (EED) e della Direttiva sulla Prestazione Energetica nell’Edilizia (EPBD), inclusa la disposizione che impone l’uso di sistemi di controllo automatico dell’illuminazione negli edifici non residenziali. La ristrutturazione degli edifici non può essere trascurata. È una parte centrale della strategia di decarbonizzazione dell’Europa.
- La legislazione dell’UE sull’ambiente costruito e sulle ristrutturazioni degli edifici, se rivista, deve sempre includere requisiti chiari per un’elevata qualità ambientale interna (IEQ), inclusa una migliore illuminazione (ad esempio EPBD e Direttiva sui Luoghi di Lavoro).
- L’introduzione, nell’attuale quadro legislativo dell’UE, di un set armonizzato di regole riguardanti la luce notturna, con l’obiettivo di sostituire le regolamentazioni nazionali frammentate, supportare l’implementazione di un’illuminazione esterna di qualità e affrontare qualsiasi potenziale effetto avverso sull’ambiente.
- È fondamentale sostenere che l’approvvigionamento pubblico si sposti dall’approccio del “prezzo più basso vince” e, invece, dia priorità a prestazioni, qualità e sostenibilità nell’attesa revisione della Direttiva sugli Appalti Pubblici.
- Bisogna assicurare che l’illuminazione possa accedere ai meccanismi di supporto delineati nel Clean Industrial Deal e nel Piano d’Azione per l’Energia Conveniente, così come alle risorse finanziarie del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale
- Semplificare e chiarire le attuali regole di Ecodesign e etichettatura che si applicano ai prodotti di illuminazione, per favorire la conformità da parte dei fornitori e l’applicazione da parte delle autorità di sorveglianza del mercato.
- Includere la produzione di apparecchi a LED controllabili nell’Atto Delegato sul Clima della Tassonomia dell’UE per garantire chiarezza e parità di accesso alle opportunità di finanza sostenibile per tutti i produttori europei di illuminazione, promuovendo parità di condizioni nel settore.
- Garantire che ci sia sempre un operatore economico con sede nell’UE che possa essere ritenuto responsabile della conformità del prodotto in qualsiasi pertinente atto legislativo soggetto a revisione. I prodotti non conformi venduti online stanno invadendo il mercato dell’UE, danneggiando sia i consumatori che le imprese.
- Affrontare, nell’attesa revisione del Regolamento (UE) 1025/2012 sulla Standardizzazione Europea, le problematiche derivanti dalla sua implementazione (sviluppo lento, mancanza di armonizzazione, mancanza di certezza per i produttori dell’UE), mantenendo al contempo l’attuale sistema di coinvolgimento basato sul consenso e su più parti interessate, poiché gli standard armonizzati sono fondamentali per garantire la competitività dei produttori dell’UE.
- Rafforzare l’applicazione delle normative UE esistenti da parte delle autorità nazionali con il supporto della Commissione Europea. Una supervisione rigorosa è essenziale per proteggere i consumatori, garantire l’equità e sostenere gli obiettivi di sostenibilità dell’UE.