Il ruolo delle donne nella transizione digitale e green dell’edilizia (e del Paese)

20 Luglio 2025 Ilaria Rebecchi


Si tratta delle due sfide più importanti del nostro tempo: il progresso tecnologico e la sostenibilità ambientale sono interconnessi e determinanti per il futuro della società.
In questo contesto, il ruolo delle donne è cruciale, non solo per garantire una transizione equa e inclusiva, ma anche per favorire un’innovazione più efficace e sostenibile.

E se vi dicessimo che (ad oggi) digitale e green penalizzano le donne e chi è meno istruito…

È quanto emerge da due recenti report del Fondo Monetario Internazionale nati per misurare l’impatto delle due grandi transizioni.
Infatti, per comprendere appieno come nel prossimo futuro potrà cambiare il mondo del lavoro a seguito della doppia transizione digitale e verde è necessario capire che ci troviamo di fronte ad una trasformazione importante anche di tutto l’assetto produttivo con la conseguente modifica o scomparsa di alcuni posti di lavoro e la creazione di nuovi, la svalorizzazione del lavoro umano in favore dell’automazione e la conseguente proliferazione di posti di lavoro a basso reddito.
E chi ne pagherebbe (e già paga) le spese? Le donne più degli uomini, e i paesi in via di sviluppo.
Si teme quindi che sia compromessa la tendenza alla riduzione del gender gap tra inclusione nel mondo del lavoro e remunerazione.

I DATI

Nei report si evidenzia come il 40% delle forze lavoro a livello globale sia esposto alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Quota che sale in economie avanzate (60%) rispetto a quella dei paesi emergenti (40%) e a basso reddito (26%).
Si delinea inoltre che i paesi avanzati siano in una quota maggiore di rischio ma parallelamente più attrezzati a cogliere le opportunità della trasformazione digitale.
A questo va ad aggiungersi lo studio che evidenzia come l’impatto della trasformazione verde sia differenziato a livello di genere: nei paesi avanzati, i lavori green degli uomini sono pari al 20,3% contro il 6% delle donne, nei paesi emergenti il dato è pari al 16 e al 4,6%, rispettivamente. E se i lavori green sono più remunerati di quelli inquinanti e loro quota è legata a quella dei laureati STEM (science, technology, engineering and mathematics), significativamente più bassa tra le donne.
L’Italia è in fondo alla classifica, con quota uomini al 28% e che per le donne arriva a malapena al 15%.
Il rischio delle transizioni green è che alcuni divari (istruito-non istruito, uomo-donna) vengano ad ampliarsi.

DONNE E DIGITALIZZAZIONE

Il digitale è diventato il motore principale della crescita economica e dell’innovazione. Tuttavia, il settore tecnologico vede ancora una forte disparità di genere: secondo le statistiche dell’Unione Europea, solo il 17% dei professionisti nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) sono donne. Questo divario rappresenta un limite non solo per le opportunità lavorative femminili, ma anche per l’intero settore, che potrebbe beneficiare di una maggiore diversità e inclusione.
Le donne, infatti, portano nuove prospettive e competenze nel campo della digitalizzazione. Investire nella formazione STEM e nelle competenze digitali delle donne significa potenziare l’innovazione, migliorare la competitività aziendale e promuovere soluzioni più inclusive. Iniziative come il coding per ragazze, borse di studio specifiche e mentorship possono contribuire a ridurre il divario di genere nel settore tecnologico.

TRANSIZIONE GREEN

Analogamente, la transizione ecologica richiede un forte contributo femminile. Le donne sono spesso in prima linea nelle battaglie per l’ambiente a livello comunitario e imprenditoriale, anche nel settore delle costruzioni.
Secondo le Nazioni Unite, le imprese guidate da donne tendono ad avere una maggiore attenzione alla sostenibilità e all’innovazione verde.
Il settore delle energie rinnovabili, ad esempio, vede una crescente partecipazione femminile, con donne che ricoprono ruoli chiave nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie pulite.
Tuttavia, la loro presenza è ancora limitata ai vertici delle grandi aziende energetiche.
Per accelerare la transizione green, è necessario incoraggiare e sostenere l’imprenditoria femminile nel settore ambientale e rafforzare la presenza delle donne nei processi decisionali.

SFIDE E SOLUZIONI

Nonostante i progressi, persistono barriere culturali e strutturali che ostacolano una piena partecipazione femminile nella transizione digitale e green.
La disparità salariale, la mancanza di modelli di riferimento e le difficoltà nel conciliare lavoro e vita privata sono ostacoli ancora rilevanti.
Per superare queste sfide, sono necessarie politiche mirate, come incentivi per l’occupazione femminile nei settori tecnologici e ambientali, programmi di formazione continua e una maggiore rappresentanza femminile nelle posizioni di leadership.
Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura dell’uguaglianza di genere fin dall’istruzione primaria, sensibilizzando bambine e ragazze sull’importanza delle discipline STEM e delle professioni legate alla sostenibilità.

IL RUOLO DELLE DONNE

Ma la transizione deve essere (anche) donna: a dimostrarlo, infatti, sono i dati di un recente Rapporto sull’imprenditoria femminile, realizzato da Unioncamere in collaborazione con il Centro studi Tagliacarne e SiCamera, che delinea come le imprese femminili abbaino accelerato su digitale e green.
Infatti, la ripresa post pandemia ha convinto il 14% di imprese femminili ad iniziare ad investire nel digitale (a fronte dell’11% delle aziende maschili) e un 12% a investire nel green (contro il 9%).
Le donne d’impresa, quindi, si sono lanciate negli ultimi 5 anni nella duplice transizione che le politiche europee sostengono. Ma non senza difficoltà.
La metà delle imprese femminili, infatti, ha interrotto gli investimenti o addirittura esclude di volerli avviare nel prossimo futuro.
La transizione digitale e green a livello di nazione e nello specifico settore dell’edilizia non può prescindere dal contributo delle donne. Un maggiore coinvolgimento femminile nei settori dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità non solo garantisce equità e inclusione, ma permette di sviluppare soluzioni più efficaci per affrontare le sfide globali.
Investire nelle donne significa investire in un futuro più equo, digitale e sostenibile per tutti.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.