Rinnovabili: quanto vale l’eolico offshore?
L’eolico offshore rappresenta una sfida e un’opportunità cruciali per le fonti rinnovabili. Nonostante le difficoltà incontrate, l’espansione di questa tecnologia è essenziale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità energetica a livello globale.
Negli ultimi anni, l’eolico offshore è emerso come una componente fondamentale nella transizione energetica globale. Sebbene l’installazione di turbine eoliche in mare risalga agli anni ’90 in Danimarca, solo recentemente questa tecnologia ha visto una crescita esponenziale. Attualmente, la capacità installata globale ha raggiunto circa 74 GW nel 2023, con previsioni che indicano un incremento fino a quasi 100 GW nel 2024.
In Europa, paesi come il Regno Unito (14,8 GW), la Germania (8,9 GW), i Paesi Bassi (4,7 GW), la Danimarca (2,7 GW) e il Belgio (2,3 GW) guidano lo sviluppo dell’eolico offshore. Questi progressi sono stati favoriti da condizioni geografiche vantaggiose, come venti costanti e fondali marini poco profondi, che facilitano l’installazione delle turbine.
Le sfide
L’aumento dei costi dei materiali, la complessità dei progetti, le difficoltà nelle connessioni alla rete elettrica e l’incremento dei tassi d’interesse hanno rallentato alcuni sviluppi. Inoltre, offerte a prezzi molto bassi in alcune aste hanno portato alla revisione o al rinvio di diversi progetti, con alcune cancellazioni dovute a difficoltà finanziarie di aziende coinvolte.
In Italia, l’eolico offshore è agli inizi
Nel 2022, dopo quasi 15 anni di iter autorizzativi e industriali, è stato inaugurato l’impianto da 30 MW di Renexia nel golfo di Taranto, segnando il primo passo significativo del paese in questo settore. Nonostante le installazioni limitate, l’interesse è cresciuto rapidamente: nel 2023, i progetti in fase di autorizzazione hanno raggiunto una potenza complessiva di quasi 8,5 GW. Considerando anche le pipeline di progetti annunciati, si prevede un potenziale totale di quasi 30 GW. Tuttavia, la realizzazione effettiva di questi progetti dipenderà da vari fattori, tra cui la ventosità delle aree selezionate, la profondità dei fondali, la distanza dalla costa e i costi associati alle connessioni, all’esercizio e alla manutenzione.
L’Italia, con il suo vasto potenziale costiero, ha l’opportunità di emergere come leader in questo settore, a condizione che vengano superate le barriere tecniche, economiche e burocratiche attualmente presenti.
La tecnologia
La tecnologia delle turbine galleggianti rappresenta una soluzione promettente per superare alcune delle sfide legate alle profondità marine elevate. Queste turbine, ispirate alle piattaforme petrolifere galleggianti, possono essere ancorate in mare aperto, sfruttando i venti costieri più forti e costanti. Ad esempio, la società norvegese Hydro ha installato un prototipo vicino all’isola di Karmøy, con l’obiettivo di rifornire di energia rinnovabile installazioni petrolifere offshore.
L’esempio scozzese
Un esempio significativo di successo nell’eolico offshore è il parco Seagreen in Scozia, operativo dal luglio 2022. Con 114 turbine ancorate a una profondità di 59 metri, situate a 16 miglia dalla costa, questo impianto ha una capacità di generare 1,1 GW, sufficienti per alimentare 1,6 milioni di famiglie. L’investimento totale per questo progetto è stato di 3 miliardi di sterline.