Quando le stazioni sposano la sostenibilità

4 Luglio 2025 Ilaria Rebecchi


Sei stazioni ferroviarie italiane hanno recentemente ottenuto la certificazione Envision per i loro progetti di riqualificazione, attestando l’impegno verso infrastrutture più sostenibili e integrate nel tessuto urbano.

L’ottenimento della certificazione Envision da parte di queste sei stazioni rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di infrastrutture ferroviarie sostenibili e integrate nel tessuto urbano. Questo approccio riflette una visione moderna delle stazioni come hub multifunzionali, in grado di rispondere alle esigenze di mobilità, sostenibilità ambientale e sviluppo socio-economico delle comunità locali.

Certificazione Envision: uno standard per la sostenibilità

La certificazione Envision rappresenta il primo sistema di rating concepito per valutare e promuovere la sostenibilità nelle infrastrutture attraverso una griglia di analisi adattabile a qualsiasi progetto di sviluppo. In Italia, questo protocollo è stato introdotto grazie all’iniziativa di ICMQ, società benefit specializzata nel settore delle costruzioni. L’obiettivo è garantire che le infrastrutture non siano solo funzionali, ma anche rispettose dell’ambiente e in armonia con le comunità locali.

Le stazioni certificate e gli investimenti previsti

Le stazioni che hanno ottenuto la certificazione Envision sono:

  • Cattolica-San Giovanni Gabicce
  • Pesaro
  • Milano Piazza Freud-Piazzale di Stazione Milano Porta Garibaldi
  • Lecce
  • Teramo
  • Ponte nelle Alpi-Polpet

Rete Ferroviaria Italiana (RFI), parte del gruppo Ferrovie dello Stato, ha investito complessivamente 83,8 milioni di euro nella riqualificazione di queste stazioni, con finanziamenti che includono fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo investimento fa parte di un piano più ampio che prevede, nei prossimi dieci anni, oltre 5 miliardi di euro destinati alla riqualificazione di più di 600 stazioni su un totale di circa 2.200 presenti sul territorio nazionale.

Le stazioni come hub di mobilità urbana

Le stazioni ferroviarie stanno evolvendo da semplici punti di transito a veri e propri hub di mobilità urbana. L’obiettivo di RFI è trasformarle in infrastrutture intelligenti, inclusive e accessibili, che integrino cultura, comunicazione e cooperazione. Questo processo mira a superare la concezione delle stazioni come “non luoghi”, termine coniato dal sociologo francese Marc Augé nel 1992 per descrivere spazi privi di identità relazionale e sociale. L’intento è renderle porte d’accesso alle città, vetrine dei territori e punti di raccordo con il contesto urbano circostante.

Progetti significativi: Ponte nelle Alpi, Cattolica e Pesaro

Un esempio emblematico di questa trasformazione è la stazione di Ponte nelle Alpi (Belluno), designata come hub d’interscambio ferro-gomma in vista dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026, con un investimento di circa 18 milioni di euro. L’intervento più significativo prevede la riconnessione tra la parte nord e la parte sud della città, attualmente separate dai binari ferroviari, trasformando l’infrastruttura da elemento di divisione a facilitatore dell’integrazione sociale e della mobilità comunitaria.

Analogamente, le stazioni di Cattolica (16,9 milioni di euro di investimento) e Pesaro (10,8 milioni di euro) acquisiranno un ruolo centrale sia a livello urbanistico sia per le economie locali, cessando di essere semplici luoghi di transito per diventare elementi chiave nello sviluppo territoriale.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.