Città future: più vulnerabili se non saranno smart

15 Giugno 2025 Ilaria Rebecchi


Le metropoli globali sono sempre più esposte a eventi climatici estremi, con implicazioni significative per le popolazioni urbane e le infrastrutture. E le città devono adottare strategie di adattamento e mitigazione per affrontare queste sfide, garantendo la resilienza urbana in un contesto di cambiamenti climatici in rapida evoluzione.

Le grandi città del mondo stanno affrontando una crescente esposizione a eventi climatici estremi, spesso caratterizzati da rapidi cambiamenti tra condizioni opposte, noti come “colpi di frusta climatici” (climate whiplash).
Secondo un rapporto di WaterAid, che ha analizzato 42 anni di dati climatici e vulnerabilità socioeconomiche in 117 delle città più popolose, il 15% di queste metropoli sta sperimentando simultaneamente un aumento sia delle inondazioni che delle siccità. Inoltre, il 20% delle città sta vivendo un drastico cambiamento verso condizioni estremamente secche (7%) o umide (13%), influenzando oltre 250 milioni di persone.

Lo studio

Lo studio di WaterAid, in collaborazione con le università di Bristol e Cardiff, ha utilizzato una metodologia innovativa che combina tendenze climatiche storiche con parametri di vulnerabilità socioeconomica. Questo approccio ha permesso di ottenere una visione dinamica dell’esposizione delle grandi città agli eventi climatici estremi, evidenziando come le variazioni climatiche interagiscano con le condizioni sociali ed economiche delle popolazioni urbane.

Città più vulnerabili

Le aree più a rischio si trovano principalmente nell’Asia meridionale e in Africa. Le città pakistane di Faisalabad e Lahore, insieme a Colombo nello Sri Lanka, sono esempi emblematici di un passaggio verso condizioni estremamente umide, con un aumento del 300% degli eventi alluvionali rispetto ai decenni precedenti. In queste città, l’intensità delle precipitazioni è cresciuta del 42% dal 1985, i sistemi fognari coprono solo il 35% del fabbisogno urbano e il 28% della popolazione vive in insediamenti informali a rischio idrogeologico.

In Africa subsahariana, sei delle dieci città più vulnerabili si trovano in questa regione, con Khartoum (Sudan) in testa alla classifica. Qui, la copertura idrica è inferiore al 50%, il tasso di povertà urbana raggiunge il 68% e le reti fognarie sono inesistenti nel 75% dei quartieri periferici.

Situazione in Europa

In Europa, città come Madrid e Parigi stanno vivendo una sorta di aridificazione silenziosa. Queste metropoli registrano una riduzione del 25% delle precipitazioni medie annue e un aumento di 1,8°C delle temperature estive. Inoltre, i tassi di ricarica delle falde acquifere sono inferiori al 60% della capacità storica. L’età media delle infrastrutture idriche europee, superiore a 50 anni, amplifica i rischi associati a queste tendenze climatiche.

Implicazioni per le infrastrutture urbane

L’aumento degli eventi climatici estremi pone sfide significative per le infrastrutture urbane. Le città devono adattarsi a condizioni climatiche mutevoli, garantendo al contempo la sicurezza e il benessere dei loro abitanti. Questo richiede investimenti in infrastrutture resilienti, sistemi di drenaggio efficienti e piani di gestione delle risorse idriche che tengano conto delle nuove realtà climatiche.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.