Città nel futuro 2030-2050: emergenza abitativa e adattamento climatico
A Roma va in scena la convergenza tra le proposte di ANCE e la politica
Il 7 ottobre in Sala della Regina a Palazzo Montecitorio è andato in scena il primo atto di una tre giorni voluta da ANCE per rilanciare il tema strategico della rigenerazione urbana come focus strategico delle politiche pubbliche prossime future.
L’evento ha visto una nutrita partecipazione della politica in chiave bipartisan e ha messo in scena una inedita convergenza su alcuni temi posti sul tavolo dalla Presidente di ANCE Brancaccio e da Francesco Rutelli, direttore della Conferenza.
I due focus sono l’emergenza abitativa e quella climatica, che non possono essere affrontate in modo disgiunto, ma devono costituire l’alpha e l’omega delle future politiche urbanistiche e degli incentivi che lo Stato dovrà mettere in campo nei prossimi anni, a partire da quelli legati all’attuazione della EPBD4, la cosiddetta “direttiva europea sulle case green”.
E un primo risultato eclatante della Conferenza è senza dubbio il fatto che i politici presenti, dal Presidente della Camera Fontana al capogruppo al Senato di Forza Italia Gasparri, fino al Vicepresidente del Consiglio Tajani e alla capogruppo alla Camera del PD Chiara Braga, hanno accuratamente evitato di polemizzare sulle finalità degli indirizzi europei, condividendo viceversa l’approccio di ANCE che nel processo rigenerativo urbano e nella transizione energetica vede un’opportunità enorme di sviluppo del Paese.
Sotto questo profilo è stato apprezzato l’approccio di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che ha invitato la politica ad uscire dai tatticismi di corto respiro e ad abbracciare la visione strategica proposta dall’Europa, guardando anzitutto alla scadenza del 2050, affrontando contestualmente il tema dell’emergenza casa e quello della transizione energetica.
Ma a Roma si è registrata anche un’altra interessante convergenza che merita sottolineare, ovvero quella sull’esigenza di scongiurare ulteriore consumo di suolo e di puntare con decisione alla riqualificazione del tessuto urbano esistente, che, come ha sottolineato Chiara Braga, non significa semplicemente riqualificare l’esistente, ma anche mettere mano ad un ripensamento degli spazi urbani in grado di offrire risposte qualitative ai cambiamenti in atto, che hanno a che fare con il disagio abitativo, ma anche con le dinamiche demografiche, che vedono un aumento progressivo dell’età media degli abitanti degli spazi urbani. In questo senso, ha precisato Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, bisognerà superare la politica nefasta delle zonizzazioni, che hanno generato mostri urbani e situazioni di estremo degrado, puntando piuttosto sulla logica della città dei 15 min, assicurando servizi fondamentali a portata di tutti, ed evitando le ghettizzazioni.
La sensazione da osservatori, quindi, è che a Roma si sia realizzata, finalmente, una convergenza di intenti tra politica e addetti ai lavori su temi fondamentali come l’emergenza casa e la transizione green del patrimonio edilizio. L’auspicio è che si proceda nei prossimi mesi e nei prossimi anni coerentemente.