Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici (PNRB): prime indicazioni dall’UE
Era nell’aria, ma ora finalmente ci siamo, la Commissione Europea ha finalmente pubblicato i primi strumenti utili agli Stati dell’Unione per redigere i loro piani per l’attuazione della EPBD4, la cosiddetta (e mal tradotta) direttiva europea case green.
L’EPBD4, lo ricordiamo, è stata ufficialmente approvata dal parlamento europeo e ratificata a maggio 2024 e prevede due anni per passare dalle intenzioni ai fatti, ovvero per iniziare ad aggredire quel 40% di consumi e quel 38% di emissioni di gas serra che nel vecchio continente sono imputabili al settore edilizio e alle nostre abitudini di vita.
L’EPBD4 prevede fondamentalmente due step, il primo al 2030, con gli edifici residenziali che dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, con un successivo passaggio alla classe D entro il 2033, mentre il nuovo costruito dovrà essere a emissioni zero già a partire dal 1° gennaio 2028 per gli edifici pubblici e a partire dal 1° gennaio 2030 per quelli privati. Il secondo step è al 2050, con la neutralità carbonica dell’intero parco edilizio.
Obiettivi ambiziosi, per qualcuno irrealizzabili, ma sui quali la Comunità Europea non ha sostanzialmente fatto passi indietro, considerando non negoziabile l’impegno a incidere per quanto possibile sul global warming e sulle sue nefaste conseguenze.
Per questo, ovvero per fornire strumenti utili agli Stati membri e per assicurarsi a sua volta una possibilità di controllo, la Commissione ha ora pubblicato delle linee guida operative per la stesura dei Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici (PNRB).
I PNRB definiscono la strategia che ogni Paese dell’Unione deve adottare per garantire il raggiungimento degli obiettivi della EPBD4, ovvero per migliorare progressivamente le prestazioni energetiche del patrimonio edilizio, per rispettare gli obiettivi posti dal PNEC (Piani Nazionali per l’Energia e il Clima) e, infine, per contribuire alla riduzione dei consumi energetici a dell’emissione di CO2 in atmosfera. Il tutto senza trascurare temi cruciali come la lotta alla povertà energetica e il miglioramento del comfort abitativo.
Gli strumenti varati dalla Commissione Europea consistono in una guida alla compilazione dei PNRB, che dovrebbe renderli il più possibile omogenei e compliance alle esigenze della UE, ed uno strumento per il monitoraggio, ovvero per la raccolta dei dati in grado di fotografare i progressi nel processo di decarbonizzazione del comparto edilizio in atto, il tutto in pieno accordo con i Governi nazionali.
Prossimo step il 31 dicembre 2025, termine entro il quale tutti gli Stati membri dell’Unione dovranno presentare alla Commissione una prima bozza del loro PNRB; a seguire un anno di tempo per passare dalla bozza al documento definitivo.
Siamo ai blocchi di partenza, quindi, la sfida è di quelle importanti.