Pubblicata la norma UNI 11973:2025: un approccio innovativo a edificio e città
È stata recentemente pubblicata la nuova norma UNI 11973:2025 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili – Il contributo degli edifici alla sostenibilità – Modello metodologico per l’integrazione e l’interconnessione degli edifici sostenibili nelle città”.
Un lavoro importante svolto dal gruppo di lavoro GL3 “Infrastrutture e servizi delle città e comunità intelligenti” della Commissione coordinato dall’arch. Antonella Tundo di ENEA e composto da esperti provenienti da Ministeri, Imprese, Ordini professionali e Politecnici.
La norma fornisce a progettisti, imprese, pubbliche amministrazioni e comunità l’approccio metodologico olistico e integrato alla progettazione degli edifici sostenibili che contribuiscano allo sviluppo sostenibile delle città, considerando l’edificio nell’intero ciclo di vita, negli aspetti multilivello e multidimensionali e considerando le interazioni e le interconnessioni dell’edificio con i contesti più ampi in cui è inserito, siano essi il distretto, il quartiere, le comunità energetiche, le città.
La norma UNI, quindi, definisce a tutti gli effetti una nuova concezione di edificio, non più come elemento a sé stante, bensì in una dimensione multiforme e multidisciplinare.
Ne parliamo con l’Ing. Pasquale Capezzuto che, da Presidente della UNI/CT 058 “Città, comunità e infrastrutture sostenibili”, ha collaborato alla sua stesura.
Presidente, quanto era urgente e necessaria questa nuova norma UNI?
Gli edifici si trovano ad affrontare pesanti sfide dal punto di vista della sostenibilità economica ed equità sociale e della sostenibilità ambientale, costituite principalmente dai cambiamenti climatici a livello globale e locale, dall’aumento dei consumi energetici dovuti al riscaldamento globale e all’aumento degli eventi meteorologici estremi, dalla vulnerabilità e dal rischio di danni conseguenti, dai costi energetici e dall’efficienza energetica, e devono garantire il benessere e le esigenze di comfort delle persone ma, nello stesso tempo, l’accessibilità sociale per l’acquisto o l’affitto di case.
Una norma che fornisca un nuovo approccio metodologico alla progettazione e gestione degli edifici nelle città sostenibili, che consenta di progettare e gestire gli edifici in modo da tener in conto le prestazioni ambientali, sociali ed economiche e, al contempo, gli obiettivi di decarbonizzazione e circolarità nel ciclo di vita, il wellbeing e comfort, la resilienza dell’edificio e urbana, la salute , la connessione con la natura e la connettività ed intelligenza (smart building) rappresenta un unicum nel panorama normativo italiano e internazionale. In tal senso la norma potrà consentire lo sviluppo di schemi di certificazione congruenti.
In un’ottica di decarbonizzazione delle attività umane, quanto è importante agire sull’edificato e sulle città?
Stiamo trasformando le nostre città in città sostenibili, attuando una transizione verde e digitale, il settore edilizio ha un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione della UE in quanto rappresenta uno dei maggiori consumatori di energia, responsabile di circa il 40% dei consumi finali e del 36% delle emissioni di CO2 (Commissione UE).
Nello stesso tempo se consideriamo che le persone trascorrono la maggior parte del tempo negli edifici si comprende l’importanza di assicurare le condizioni di benessere salute e comfort alle persone che vivono negli edifici stessi. L’approccio “human centered” rientra proprio nel paradigma delle città resilienti, sostenibili e intelligenti.
Qual è l’aspetto più originale di questa nuova Norma?
Un approccio progettuale tradizionale, focalizzato sull’efficienza energetica o gli stessi protocolli energetico-ambientali, non consente di cogliere appieno l’importanza dell’integrazione e multi settorialità delle prestazioni degli edifici.
Si è compreso come prestazioni quali la connettività degli edifici e l’intelligenza, la digitalizzazione, la resilienza, la connessione con la natura, la bellezza ed equità sociale, il benessere, comfort e la salute degli occupanti siano oggi aspetti multidimensionali ineludibili e funzionali alla sostenibilità, ma che attualmente non vengono opportunamente valutati anche nelle reciproche sinergie.
Analogamente vanno considerate le prestazioni cosiddette “orizzontali”, ossia le interazioni con la rete elettrica e ICT, gli scambi di energia e dati, e le interazioni sociali e culturali con gli altri edifici, con il quartiere e con la città.La norma delinea, dunque, una visione sistemica degli edifici, nella quale gli edifici sono in grado di ricevere e offrire servizi (building as a service) al nuovo sistema energetico e alla città e, pertanto, definisce un nuovo concetto di edificio sostenibile, funzionale alla sostenibilità della città.
Gli edifici non più considerati come costruzioni isolate su cui intervenire ma come elementi nel nuovo sistema energetico digitalizzato, decarbonizzato e decentralizzato ed elementi che positivamente possono contribuire al benessere delle persone in una città sostenibile.
L’approccio metodologico contenuto nella norma esamina, pertanto, in modo innovativo le interazioni e le interconnessioni dell’edificio con i contesti più ampi in cui è inserito, siano essi il distretto smart e sostenibile, il quartiere, le reti energetiche e ICT, le comunità energetiche, le città.
Cosa comporta un approccio “olistico” al tema del costruito in termini di professioni?
Gli approcci settoriali che solitamente si focalizzano sulle singole prestazioni “verticali” degli edifici (es. energia, efficienza operativa, sostenibilità ambientale, ecc.) non considerano altre prestazioni (es. smartness, connettività, ecc.) funzionali a garantire le necessarie sinergie prestazionali.
Le recenti indicazioni per un nuovo ampio concetto di sostenibilità degli edifici , presenti nella letteratura, nelle norme tecniche, nelle politiche dell’Unione e nelle Direttive EPBD determinano la necessità di adottare un nuovo modello concettuale dell’edificio, un nuovo paradigma che, in una visione olistica, tenga in conto gli aspetti multiformi e multidimensionali succitati, quali gli aspetti socio-economici, ambientali, energetici, la salute, la sicurezza, il miglioramento della biodiversità, la smartness e la digitalizzazione, ecc. ma anche le reciproche sinergie.