Scatenate l’inferno…

24 Luglio 2025 Luca Baldin


Come avevo segnalato qualche mese fa, quest’anno si annunciava come cruciale per definire le strategie italiane in merito alla transizione energetica degli edifici, ai sensi della cosiddetta “direttiva europea sulle case green” (EPBD4).

Da pessimo profeta ma attento osservatore delle cose italiane, avevo ventilato il rischio di muoverci in ordine sparso, con le associazioni di filiera impegnate a portare acqua al proprio mulino, le Regioni a muoversi come se fossero dei piccoli Stati e lo Stato alla finestra, a guardare senza decidere nulla.

Come volevasi dimostrare, ad oggi, siamo ancora ad aspettare un’indicazione almeno metodologica da parte del Governo che, a fine anno, dovrà comunicare alla Commissione Europea cosa intende fare. Nel frattempo, gli altri soggetti non sono stati a guardare, iniziando a rendere ancor più complesso il panorama. A ciò, come se non bastasse, si è aggiunta a corollario l’indagine milanese sui presunti abusi urbanistici, che ci ha affossato anche l’unico modello che ci pareva virtuoso di riordino in chiave europea di una metropoli italiana e che, piaccia o no, rimane per molti versi esemplare.

Poiché la riqualificazione energetica del patrimonio non può essere disgiunta da un più generale Piano Casa, che ha come obiettivo quello di aggredire quel disagio abitativo che ormai tocca un milione e mezzo di famiglie, ecco quindi che ANCE “scopre” un tesoretto di 15 miliardi da utilizzare (tra le pieghe di una riprogrammazione del PNRR e il fondo investimenti e sviluppo infrastrutturali 2027-2033) e suggerisce come strumento principe il partenariato pubblico privato. Un piano che presumibilmente costituirà il fulcro delle proposte di ANCE durante l’annunciato evento “Città nel futuro 2030-2050” (Roma 7-9 ottobre).

Al contempo la Regione Friuli Venezia Giulia ha lanciato un bando con uno stanziamento di 50 milioni di euro che ha come obiettivo la decarbonizzazione del patrimonio edilizio della regione con interventi misurabili attraverso un aggiornamento dell’APE pre e post intervento, fatto a spese della Regione stessa. Obiettivo dichiarato: perseguire tanto la rigenerazione urbana e la riqualificazione degli edifici quanto l’ulteriore efficientamento energetico del Friuli Venezia Giulia. Veicolo sarà Fvg Energia, la società che gestisce già il controllo sulle emissioni di caldaie e impianti, cui ora si aggiungeranno le informazioni derivanti dalle Ape e che sarà anche il soggetto che coordinerà la nascita e l’attivazione della Cer, la Comunità energetica rinnovabile, «Io sono Fvg», ideata dalla Regione e destinata a coinvolgere i maggiori soggetti istituzionali e le rappresentanze di categoria del Friuli Venezia Giulia.

Tutto bene, per carità, ma rimane il fatto che siamo irrimediabilmente italiani, ovvero incapaci di darci obiettivi comuni e soprattutto un metodo condiviso, come viceversa stanno facendo altri Paesi europei, che non hanno atteso gli ultimi giorni prima della scadenza per mettere in campo le loro strategie (si legga al riguardo l’articolo di Maria Chiara Voci comparso sul Sole 24 Ore del 21 luglio scorso).

In Italia tutto per ora si riduce al lancio di sportelli informativi unici e all’elaborazione di indici intelligenti che fanno base sullo Smart Readiness Indicator. Troppo poco ancora, ma noi italiani siamo bravi in condizioni di emergenza, quindi attendiamo gli ultimi mesi dell’anno e incrociamo le dita, e che il leggendario stellone ci aiuti.

 

 

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.