ADICONSUM monitora i prezzi dell’energia per la ricarica pubblica dei mezzi elettrici
In Italia i prezzi più alti d’Europa. Serve urgentemente una riclassificazione come servizio di pubblica utilità
di Mauro Vergari
Direttore Ufficio Studi, Innovazioni e Sostenibilità Adiconsum
A sei mesi dall’avvio dell’osservatorio Adiconsum sui prezzi della ricarica elettrica pubblica in Italia, possiamo trarre un primo bilancio. Prima, però, analizziamo le tabelle di maggio 2025, che mostrano un lieve aumento dei prezzi medi: 0,61 €/kWh per le ricariche AC (lente), 0,73 €/kWh per le DC (veloci) e 0,76 €/kWh per le HPC (ultraveloci) rispetto ad aprile. Sebbene alcuni grandi operatori abbiano introdotto offerte a prezzi ridotti, queste sono spesso meno competitive rispetto a quelle di provider esteri, evidenziando una disparità che penalizza i consumatori italiani meno attenti nella scelta tra i numerosi operatori.
Questi sei mesi di monitoraggio hanno portato a considerazioni ormai consolidate:
- Il mercato della ricarica elettrica è completamente libero, con molte aziende, italiane ed estere, che offrono un’ampia varietà di tariffe. I consumatori devono confrontare costantemente le offerte per evitare di pagare cifre elevate. L’osservatorio, insieme all’App TariffEV, che fornisce in tempo reale i prezzi di tutte le offerte, è uno strumento essenziale per chi vuole orientarsi, realizzato in collaborazione con Adiconsum.
- I prezzi della ricarica elettrica non dipendono dal PUN (Prezzo Unico Nazionale), il prezzo di riferimento dell’energia all’ingrosso, ma seguono una tariffazione specifica, diversa in ogni Stato europeo. In Italia, è definita da Arera con una tariffa monomia (euro/kWh), senza canoni fissi o proporzionali alla potenza. I gestori, che sostengono i costi per l’installazione e la gestione delle colonnine, aggiungono tariffe variabili in base alla tipologia di ricarica, alla potenza e a eventuali piani tariffari o abbonamenti. Arera ha stabilito questa tariffa nel 2010 (con piccoli aggiornamenti successivi), limitandosi alla bassa tensione.
- I prezzi delle ricariche in Italia sono tra i più alti in Europa, poiché la struttura tariffaria nazionale non prevede incentivi, a differenza di altri Paesi, né riduzioni di oneri per favorire le colonnine ad alta potenza (HPC), essenziali per i lunghi viaggi.
- Attualmente, la ricarica presso abitazioni o uffici è significativamente più economica rispetto a quella pubblica. Avvicinare le tariffe pubbliche a quelle residenziali incentiverebbe l’uso dell’auto elettrica, soprattutto per il 40% dei cittadini senza box o posto auto.
Adiconsum sottolinea la necessità di classificare la ricarica elettrica pubblica come servizio di pubblica utilità, non come un libero mercato, al pari di carburanti tradizionali ed energia elettrica residenziale. Serve una regolamentazione che garantisca trasparenza, equità e un mercato funzionante. I consumatori devono avere informazioni chiare, prezzi trasparenti e facilità d’uso, diritti fondamentali nei trasporti come in altri settori.
Per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica, aziende, politica, decisori e filiera devono collaborare con chi rappresenta i consumatori per promuovere soluzioni vantaggiose, con particolare attenzione ai bisogni degli utenti. Aumentare le colonnine ad alta potenza (HPC) e stabilizzare i costi di ricarica sono priorità per rendere la mobilità elettrica sostenibile ed economicamente attrattiva per tutti.