DDL Space Economy: l’Italia sarà primo paese con normative specifiche per il settore
Il 6 marzo 2025, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge sulla space economy, rendendo l’Italia il primo Paese a dotarsi di un quadro normativo specifico per il settore spaziale. Il provvedimento, proposto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ora attende l’approvazione del Senato per diventare legge definitiva.
La nuova legge mira a regolamentare l’accesso allo spazio, promuovere investimenti nella space economy per aumentare la competitività nazionale, incentivare la ricerca e lo sviluppo di competenze e valorizzare le tecnologie per l’osservazione della Terra, utili nella prevenzione dei rischi naturali e antropici.
Il ministro Urso ha sottolineato l’importanza del provvedimento, affermando che l’Italia sta tracciando la rotta per l’Europa nello spazio:
“Siamo il primo Paese a dotarsi di una legge sulla space economy, che rafforza la nostra sovranità tecnologica e proietta il nostro sistema industriale nel futuro. Un modello che ispirerà la normativa europea e consoliderà la nostra leadership”.
Collegata alla legge di bilancio 2024, la legge sulla space economy colma un vuoto normativo, fornendo per la prima volta un quadro legislativo italiano di riferimento per il settore spaziale e anticipando le iniziative dell’Unione europea in materia di regolamentazione dello spazio. In questo contesto, il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio (Comint) ha affidato all’Agenzia Spaziale Italiana uno studio di fattibilità sulle potenzialità tecnologiche, economiche e produttive di una costellazione satellitare nazionale in bassa orbita per scopi istituzionali e di sicurezza.
IL DIBATTITO
Tuttavia, l’approvazione del disegno di legge non è stata priva di polemiche. Le opposizioni hanno presentato emendamenti per escludere i servizi satellitari di aziende extra-UE, come Starlink di Elon Musk, dai contratti con il governo italiano. Questi emendamenti sono stati respinti, consentendo così la trasmissione delle comunicazioni italiane tramite i satelliti di operatori sia dell’UE che della NATO.
In particolare, il Partito Democratico ha proposto un emendamento che prevedeva l’utilizzo di satelliti operati da soggetti non appartenenti all’UE solo in caso di impossibilità di utilizzare quelli europei. Questo emendamento è stato respinto, mantenendo aperta la possibilità di collaborare con operatori extra-UE.
IL FUTURO
La legge prevede anche l’elaborazione di un Piano nazionale per l’economia dello spazio, che definirà le strategie e le priorità per lo sviluppo del settore spaziale italiano nei prossimi anni. Questo piano includerà misure per sostenere la ricerca e l’innovazione, promuovere la formazione di competenze specializzate e favorire la collaborazione tra pubblico e privato.
L’approvazione di questo disegno di legge rappresenta un passo significativo per l’Italia nel consolidare la propria posizione nel settore spaziale e nell’economia digitale. La banda larga via satellite è considerata una soluzione efficace per superare il digital divide e garantire l’accesso a Internet anche nelle aree più remote del Paese. Tuttavia, la scelta di includere operatori extra-UE solleva interrogativi sulla sovranità tecnologica e sulla sicurezza delle comunicazioni.
Il dibattito su questo tema è destinato a proseguire, soprattutto in vista dell’esame del disegno di legge al Senato. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra l’esigenza di garantire una copertura Internet efficiente su tutto il territorio nazionale e la necessità di tutelare gli interessi strategici del Paese.
L’approvazione del disegno di legge sulla space economy rappresenta un’opportunità per l’Italia di rafforzare la propria presenza nel settore spaziale e di promuovere lo sviluppo tecnologico e industriale. Tuttavia, sarà cruciale affrontare con attenzione le questioni legate alla sicurezza e alla sovranità tecnologica, garantendo che le scelte fatte oggi possano sostenere una crescita equilibrata e sicura nel lungo termine.