Green e digitale, a che punto siamo nell’attuazione del PNRR
Uno studio dell’Osservatorio PNRR evidenzia come l’Italia è in linea con gli impegni assunti in sede europea, compresi i molti obiettivi green e digitali
Alla fine contano i numeri, soprattutto ai piani alti dell’Unione europea che ha di fatto finanziato anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, vincolando però il pagamento delle varie tranche al compimento di un percorso preciso e puntuale nel raggiungimento dei vari obiettivi indicati nel documento. PNRR che ha peraltro una decisa vocazione green e digitale se è vero che delle 281 iniziative elencate nel piano la Commissione Europea ne ha classificate ben 108 come misure “verdi” ed il 51% di queste hanno un coefficiente di impatto sulla transizione green valutato al 100%. Discorso simile per le componenti digitali del PNRR, considerato che la Commissione europea ne ha classificate in tal modo 93, con l’86% di queste che hanno un coefficiente di impatto sulla transizione digitale del 100%.
Seconda rata di finanziamento al PNRR
Dati che insieme a molti altri sono stati elaborati dall’Osservatorio PNRR creato da The European House – Ambrosetti. La considerazione più importante, specie per chi legge lo studio seduto su una scrivania a Bruxelles, è che l’Italia ha rispettato l’impegno a conseguire entro il primo semestre dell’anno 45 traguardi e obiettivi indicati nel Piano per il primo semestre 2022, il che ha fra l’altro autorizzato la richiesta alla Commissione Europea per il pagamento della seconda rata, pari a 24,1 miliardi di euro, di finanziamento al PNRR. Una somma che pochi giorni dopo è stata puntualmente “sbloccata” dalle autorità di Bruxelles.
Occorre però aggiungere che molti di questi risultati conseguiti, e tali ritenuti dalla Commissione europea, sono ancora ben lungi dall’essere portati a effettivo compimento. Per la maggior parte dei casi, spiega l’Osservatorio PNRR, si è ancora al livello di istruttorie, pubblicazioni di bandi, avvio dei lavori, presentazioni di relazioni e piani organizzativi. Nel dettaglio, si tratta di 44 traguardi (qualitativi) e 1 obiettivo (quantitativo) che riguardano un’ampia varietà di temi, appunto spaziando dalle trasformazioni green e digital alle riforme del Codice degli Appalti, della Pubblica Amministrazione e della carriera degli insegnanti. Il prossimo passo prevede che entro la fine del 2022 dovranno essere raggiunti 55 ulteriori risultati indicati nel Piano.
Transizione green e digitale
In relazione alla transizione green, l’Osservatorio evidenzia che il PNRR destina ad essa 71,1 miliardi di euro (37,5% delle risorse totali), rispettando quindi l’indicazione della Commissione europea relativa ad uno stanziamento sul “verde” di almeno il 37% delle risorse provenienti dal piano continentale Next Generation EU. Situazione analoga per la transizione digitale, alla quale il PNRR destina 48,1 miliardi di euro (25,1% del totale), superando anche più nettamente il requisito minimo della Commissione Europea, pari al 20% delle risorse provenienti dal Next Generation EU.
Per valutare il contributo del PNRR alla crescita verde, lo studio ha preso in considerazione diversi macrotemi: mobilità, efficientamento energetico, energia da fonti rinnovabili e riduzione di emissioni CO2 complessive. Un’analisi estesa dalla quale emerge una posizione ambivalente del nostro Paese. Infatti, l’Italia è sulla strada giusta per ridurre le emissioni di CO2 nel rispetto delle “vecchie” previsioni del PNIEC, ma alla luce della revisione introdotta dal nuovo piano europeo “Fit for 55”, l’apporto del PNRR non risulta invece sufficiente per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030.