Road to Bari Smart City Conference: il ruolo dell’edilizia nel Sud

25 Aprile 2022 Ilaria Rebecchi


Edifici da progettare sulla base di estati torride ed inverni miti: come devono essere per contrastare il climate change? Parola all’Ing. Valeria Cicinelli

 

Nel Meridione pietra calcarea, pomice, tufo, argilla e calce sono stati i materiali ideali scelti dalle maestranze locali, con importanti murature capaci di contenere e ritardavano il flusso termico derivante dal notevole irraggiamento estivo aiutando a diminuire le temperature interne, rallentando anche la dispersione de calore nel periodo invernale.

Laddove l’aria condizionata diventa necessaria, e con lo spauracchio dell’esperienza degli Stati Uniti dove circa  l’11% del consumo energetico negli edifici sia quello da impianti di raffrescamento, è riconosciuto l’impatto sull’ambiente del massiccio uso di queste tecnologie, specie se non abbinate a edifici mirati all’efficientamento energetico.
E che, in queste zone, deve essere ottimizzato e progettato per il caldo, dunque, e non per il freddo come al Nord.
Necessario è quindi che i professionisti della progettazione riflettano su due fattori relativi a dove costruire: sfasamento termico ed inerzia, uniti ad una mirata scelta dei materiali.
Per far scendere la temperatura interna delle abitazioni, si consuma più che per farla salire, e le strategie per proteggersi dal caldo sono volte a contenere il consumo degli impianti per la climatizzazione e alimentarli da fonte rinnovabile e a controllare i guadagni termici che sono alla base del surriscaldamento.

Come progettare in questi territori?

L’Ing. Valeria Cicinelli, di Associazione Energy Managers:

Quando si parla di climatizzazione, è impossibile non basarsi sulla geolocalizzazione degli ambienti in cui essa andrà applicata. E, in tal senso, essendo l’Italia un Paese stretto e lungo, dove sono molteplici le differenze climatiche anche a parità di stagione, ci si trova di fronte ad una disparità di esigenze che vanno considerate anche in termini progettuali e tecnologici, in ambito dell’edilizia.
A questo si aggiunge il fatto che le case produttrici, per la maggioranza, sono basate o portano studi determinanti in paesi ben lontani climaticamente da quelli del bacino del Mediterraneo. Basti pensare agli Stati Uniti o alla climatizzazione di paesi del Nord o Centro Europa. Nel Sud Italia l’esigenza non è riscaldare, avendo inverni tiepidi e brevi, ma raffrescare le lunghe e torride estati, destinate a diventare sempre più impegnative sul fronte meteorologico e del calore percepito.
Parlare di clima mediterraneo è importante, focalizzandoci a livello progettuale e di soluzioni tecnologiche su territori che devono gestire l’efficientamento del patrimonio immobiliare sulla base di necessità prettamente estive. Qui, dunque, laddove non ci sono normative regionali specifiche sulla climatizzazione, ma solo nazionali, macchine, cappotti, infissi e calcoli devono essere fortemente vincolati dallo stesso apporto del Sole. E parlare di case passive e free cooling diventa necessario
”.

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Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.