Quanto vale la nuova mobilità intelligente tra città e territori?

24 Agosto 2021 Ilaria Rebecchi


La mobilità sostenibile nelle nostre città è fattore al centro di molte amministrazioni locali, tra innovazione e leggi

Lo chiamano Near Working e, con la cosiddetta 15’ City, apre lo scenario di una nuova mobilità sostenibile ed intelligente, e non solo nei confini cittadini.
Come sottolineato nell’ambito dell’omonimo webinar durante la kermesse Smart City Now: sì perché sono molte le amministrazioni locali e le aziende del settore che si stanno focalizzando proprio nell’ambito della mobilità sostenibile e l’evoluzione di questo scenario, nel medio-lungo termine, necessita di un adeguata critica e osservazione.

Un tema che ha avuto un grande sviluppo a causa della diffusione del Covid e del conseguente confinamento. Ciò che è accaduto ha agevolato la transizione”. Parola di Anna Donati, Responsabile Mobilità di Kyoto Club:

Il tema della città 15’ – città di prossimità è estremamente nuovo come lo sono le soluzioni per la mobilità attiva e di prossimità nei PUMS delle città Italiane. Nei PUMS approvati non ci sono però questi concetti trattati in maniera evidente, inoltre, le line guida MIT del 2017 hanno piccoli riferimenti allo spazio pubblico e agli orari della città, ma solo nel 2020 sono entrati in maniera evidente nel confronto pubblico e nei progetti, tanto che diverse città oggi stanno ragionando in quest’ottica.

Mobilità a basso impatto, come Donati ha sottolineato indicando il valore di diverse strategie in alcune città italiane, tra Firenze, Bari e Milano, tra mobilità ciclistica e pedonale:

Importante l’incremento della mobilità in tal senso, ma con dati ancora esigui, a dire il vero, soprattutto su orizzonti decennali. Il PUMS richiama gli interventi realizzati per le piste ciclabili riproponendo il completamento della rete in corso. A Bologna, ad esempio, gli obiettivi di riduzione al 2030 sono del 57% per la mobilità automobilistica, mentre a Firenze si punta ad una riduzione di oltre l’80% nello scenario con ZTL Scudo Verde nella Città Metropolitana.

Nell’intervento di Beatrice Gustinetti, Smart Cities & Carbon F Manager di ENGIE, si è parlato di “Mobility Footprint” per guidare e monitorare decisioni strategiche:

Si tratta di un grande step per la valutazione ambientale che possa analizzare in real time il valore delle emissioni climalteranti da traffico veicolare e della loro riduzione date da strategie quantificabili e tracciabili in modalità “dolce”. Per la Mobility Footprint, inoltre, sono necessari alcuni step, ad esempio, per connettere ogni infrastruttura e servizio alla mobilità urbana, per i report di rendicontazione ma anche trend storici per ogni device e per gestire ed indirizzare processi decisionali anche complessi.

A gestire tutto c’è SUMP – la Sustainable Urban Mobility Platform, piattaforma unica per la gestione di servizi legati proprio alla mobilità urbana come lo smart parking o le zone a traffico limitato o monitorato. Parola chiave, ovviamente, è integrazione:

Si potranno creare patterns, analizzare in tempo reale l’impatto ambientale del traffico, identificare correlazioni per generare azioni di mitigazione, soprattutto. Uno strumento utile, anzi necessario e la Mobility Footprint va ad integrarsi negli appalti pubblici dedicati alla sostenibilità, come nel caso del Comune di Bologna, in tandem con la gestione della sosta e lo strumento di Smart Parking, oppure a Livorno, integrata con la riqualificazione dell’illuminazione pubblica attraverso l’installazione della sensoristica necessaria durante i lavori di istituzione die pali della luce e nel monitoraggio sulla piattaforma di supervisione del servizio stesso.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.