La digitalizzazione e le sue competenze

25 Giugno 2018 Smart Building Italia


In parallelo alla creazione delle nuove professioni che la digitalizzazione richiede, «il peso delle competenze digitali cresce in tutte le aree aziendali di tutti i settori con un’incidenza media del 13,8% ma con punte che sfiorano il 63% per le competenze digitali specialistiche nelle aree “core” di industria e il 41% nei servizi. Ma la sfida è soddisfarne la domanda che arriva dal mercato, sia rinnovando i percorsi scolastici ed universitari, sia riconvertendo gli skill di chi già lavora a tutti i livelli». Lo si legge nelle conclusioni della quarta edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali – condotto dalle principali associazioni ICT in Italia: AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia con il supporto di CFMT, Confcommercio, Confindustria e in collaborazione con MIUR e AGID.

Nella nota stampa pubblicata nel sito Anitec-Assinform afferma che «non basta più guardare al gap di specialisti ICT, ora bisogna anche guardare alla capacità di rispondere alla crescente domanda di abilità digitali nelle professioni tradizionali. In tutti i settori e in tutte le funzioni aziendali, posizioni più avanzate richiedono competenze digitali, non per creare applicazioni o gestire sistemi, ma per servirsene con efficacia: per comunicare, vendere, produrre, amministrare, gestire il personale, e così via. Alla sfida di investire nelle competenze specialistiche, si aggiungono così quelle di adeguare i percorsi formativi e sostenere l’aggiornamento digitale di milioni di lavoratori attraverso la formazione continua».

Dunque, la sfida è doppia: professionisti e specialisti ICT: da una parte servono competenze per installare e configurare, dall’altra per far funzionare le tecnologie. La notizia è comunque che sta crescendo la richiesta di competenze digitali più avanzate specie nei settori dell’industria e dei servizi in cui a prevalere sono gli skill avanzati, visti come fattori di una più evoluta professionalità.

Lo sappiamo: la strada da compiere è ancora lunga. Lo conferma l’Osservatorio, che spiega: «Il percorso verso una maggiore consapevolezza dell’impatto del digitale sul valore del business non è ancora completato in diversi ambienti del management italiano, per motivi di ordine anagrafico, legislativo o semplicemente culturale. Ne risulta che è ancora troppo elevata la quota di aziende ed enti in cui la transizione al digitale è ancora a un livello troppo basso nella scala delle priorità strategiche rispetto all’effettiva urgenza, malgrado la quota crescente di competenze digitali richieste nelle funzioni direttive e manageriali».

La digitalizzazione è proprio una bella sfida.