Internet of Things, il mercato smart home vale 185 milioni

24 Febbraio 2017 Smart Building Italia


Internet of Things è un termine che fu usato per la prima volta nel 1999. Diciotto anni fa, l’età della maturità per un mercato che vale in Italia 185 milioni di euro (dato del 2016, +23% rispetto all’anno precedente). Lo dice l’indagine dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano realizzata in collaborazione con Doxa (su un campione di utenti Internet dai 25 ai 70 anni), presentata al convegno “Smart Home: l’Internet of Things entra dalla porta di casa” di cui ne parla diffusamente Cor.Com a firma di Federica Meta.

Quello dell’Internet of Things è un mercato in decollo con l’affacciarsi anche in Italia di nomi come Google e Amazon e «le telco iniziano a offrire SIM dati con piani tariffari pensati per le applicazioni Smart Home da inserire in antifurti, caldaie, termostati, oppure direttamente prodotti connessi con associato un abbonamento per la connettività», spiega Cor.Com. Vediamo allora un po’ di numeri. «L’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, – scrive Cor.Com – ma cresce la quota dei “nuovi” canali come retailer, eRetailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18% (circa 30 milioni di euro). Tra i possibili impieghi, la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero è detenuta dalla sicurezza; seguono la gestione energetica, le soluzioni per il controllo remoto degli elettrodomestici (10%), la gestione dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento (8%), il monitoraggio dei consumi dei dispositivi elettrici (10%)». Si registra molto “fai da te”, considerato che il 68% delle soluzioni sul mercato offre processi di installazione semplificati, ma non tutti gli acquirenti ce la fanno: infatti, il 70% si è rivolto a installatori o ai rivenditori.

Poco più di un quarto dei consumatori italiani ha un oggetto intelligente e connesso in casa propria, mentre il 58% ha intenzione di acquistare in futuro. Tuttavia, la metà del campione intervistato «non ritiene ancora sufficientemente pronta l’offerta Smart Home e attende soluzioni tecnologicamente più mature». Appare, inoltre, evidente la preoccupazione sulla protezione dei dati personali contro l’hackeraggio (il 67% dei potenziali acquirenti). «La sicurezza – continua Cor.Com – si conferma al primo posto anche tra le preferenze dei consumatori che hanno già acquistato prodotti (13%), seguita da climatizzazione (8%), riscaldamento (8%) e gestione degli elettrodomestici da remoto (6%)».

Altra cosa rilevata dall’indagine è l’insufficienza della comunicazione verso i consumatori. «La comunicazione dei produttori è spesso limitata e poco incisiva, i volantini promozionali non bastano a descrivere le caratteristiche e i benefici degli oggetti smart. Inoltre, non sempre il personale nei negozi risulta adeguatamente formato, anche se è pianificato l’inserimento di personale specializzato e dedicato nel corso del 2017», ha detto Angela Tumino, direttore dell’Osservatorio Internet of Things. Inoltre, «installatori e costruttori edili dimostrano una conoscenza limitata di prodotti e servizi e hanno realizzato finora pochi progetti, mentre gli architetti hanno una buona consapevolezza della rilevanza del tema, ma una conoscenza ancora superficiale».