Roma fa la lepre e spinge sull’infrastrutturazione digitale degli edifici
Ne avevamo parlato con Antonella Melito (QUI) quando la bozza di delibera era stata presentata, e ora siamo chiamati a dare evidenza al fatto che le promesse sono state mantenute e che con questo provvedimento Roma fa davvero la Capitale d’Italia e si pone come best practice in un ambito delicatissimo come quello dell’infrastrutturazione digitale degli edifici.
Una delibera arrivata in Consiglio Capitolino e, udite udite, approvata bipartisan all’unanimità…
L’oggetto sembra di quelli che non fanno la storia, ma viceversa ha una grandissima rilevanza, perché rompe il muro di omertà che ha attanagliato l’applicazione di una norma dello Stato per un decennio: quel famigerato art. 135 bis del Testo Unico dell’edilizia che nelle intenzioni del legislatore doveva facilitare la digitalizzazione del Paese, ma che è rimasto finora in buona parte lettera morta.
Ci uniamo, quindi, senza tentennamenti ai Consiglieri capitolini Antonella Melito, Riccardo Corbucci e Sandro Petrolati, firmatari della proposta di delibera, nell’esprimere “grande soddisfazione per l’approvazione all’unanimità da parte dell’Assemblea Capitolina della proposta di deliberazione che introduce importanti modifiche alla modulistica utilizzata dagli uffici competenti nei procedimenti edilizi di Roma Capitale, al fine di assicurare la piena applicazione dell’articolo 135-bis del DPR 380/2001 in materia di infrastrutturazione fisica multiservizio degli edifici. Con questo atto, aggiungono i tre Consiglieri, Roma Capitale compie un passo decisivo per garantire che tutti i nuovi edifici siano correttamente predisposti con impianti di comunicazione in fibra ottica e infrastrutture digitali di nuova generazione, in linea con le previsioni di legge e con gli obiettivi di transizione digitale e ambientale”.
La delibera prevede l’integrazione della modulistica edilizia sulla piattaforma SUET e l’istituzione di un comitato di Lavoro per l’Infrastrutturazione Multiservizio degli Edifici, formato da rappresentanti dell’Amministrazione capitolina, delle Commissioni Urbanistica e Innovazione Tecnologica e degli Ordini professionali, sentite le associazioni di categoria.
Il Comitato sarà uno strumento stabile di confronto e coordinamento, con un duplice compito: garantire da subito che la normativa sull’infrastrutturazione digitale venga applicata in tutti i nuovi edifici e sviluppare una visione strategica di lungo periodo, volta a creare le condizioni per estendere l’infrastrutturazione anche al patrimonio edilizio esistente, ponendo così le basi di un modello nazionale di riferimento.
Un provvedimento, quindi, che mira alla modernizzazione e alla responsabilità. Portando con sé benefici immediati e tangibili per Roma, così riassumibili: più certezza giuridica nelle pratiche edilizie, con meno contenziosi e tempi più rapidi; più valore agli immobili e maggiore regolarità del mercato; più lavoro qualificato e stabile per tecnici e imprese della città; meno divario digitale, garantendo a tutti le stesse condizioni di accesso ai servizi digitali di nuova generazione.
Un’adozione di responsabilità che pone Roma come città guida nel processo di digitalizzazione del Paese e che ci si attende ora che divenga un modello da replicare a in tutti i Comuni italiani.





