Comunità Energetiche Rinnovabili (CER)

20 Marzo 2023 Ilaria Rebecchi


Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono delle Associazioni composte da privati cittadini, enti pubblici e privati che decidono di collaborare con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali.

Ogni comunità ha le proprie caratteristiche specifiche, ma tutte sono accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile (per esempio prodotta da impianti fotovoltaici) a prezzi accessibili ai propri membri. I princìpi su cui si fonda una comunità energetica sono, quindi, il decentramento e la localizzazione della produzione energetica.

Nella Comunità Energetica Rinnovabili i diversi soggetti aderenti possono essere

  • Produttori di energia green
  • Consumatori di energia green
  • Produttori e Consumatori di energia green

La rete che unisce i diversi soggetti fa sì che tutti, compresi i consumatori passivi (detti consumer) si trasformino in consumatori attivi e produttori di energia (ovvero prosumer).

Questa rete è definita anche “smart grid”, ovvero una infrastruttura intelligente, che collega tra loro i partecipanti della Comunità Energetica, ma mette a sistema anche i sistemi evoluti di storage o batterie per accumulo, che permettono di differire nel tempo i momenti della produzione e del consumo, con notevoli benefici in termini di efficienza.

L’infrastruttura digitale di una Comunità Energetica Rinnovabile è formata in primis dai sensori per il monitoraggio dei consumi di elettricità, da tecnologie in cloud o da Edge computer che associano a livello digitale i componenti della Comunità, fino ad arrivare a sistemi basati sulle blockchain per controllare che ogni passaggio sia esatto e garantire la trasparenza, l’affidabilità e la sicurezza di ogni conteggio.

In Italia le Comunità Energetiche sono state istituite dal Decreto Milleproroghe 162/2019 e dalle successive modificazioni, che ha recepito la Direttiva europea RED II 2001/2018, con cui l’Unione Europea ha riconosciuto valenza giuridica alle associazioni e introdotto la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer).

Le comunità energetiche in Italia possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici), con un corrispettivo unitario e una tariffa premio, quest’ultima pari a 100 euro/MWh per i gruppi di auto consumatori e 110 euro/MWh per le comunità energetiche.

L’ultima normativa prevede che l’impianto fotovoltaico oggetto delle agevolazioni debba essere di nuova costruzione, avere una potenza entro 200 kW ed essere collegato alla rete elettrica a media/bassa tensione, utilizzando la stessa cabina di trasformazione per il prelievo e la cessione dell’energia elettrica con la rete.

Poiché in una comunità energetica l’energia viene prodotta da fotovoltaico o da altra fonte rinnovabile, sotto il profilo ambientale l’esito è un abbattimento dei consumi di energia da fonti fossili e una drastica riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti. Il valore medio di emissioni per ogni kilowattora consumato dal contatore domestico è di 352,4 grammi di CO2 equivalente. La produzione di energia fotovoltaica invece, al netto della CO2 emessa in fase di realizzazione dell’impianto e dei suoi componenti, non produce emissioni dannose per l’ambiente.
Considerando che, in Italia, una famiglia tipo consuma circa 2700 kWh di energia elettrica all’anno, con un impianto fotovoltaico si eviterebbero le emissioni di circa 950 kg CO2/anno corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi!

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.