Switch off, DVB-T2, 5G e Linkem

5 Novembre 2017 Smart Building Italia


Ne ha parlato diffusamente la stampa negli ultimi giorni. È presumibile che se ne parlerà molto anche a Smart Building Expo. L’argomento è il nuovo switch off cui gli italiani saranno obbligati a fare. «Si appresta a diventare legge lo spegnimento delle attuali trasmissioni digitali terresti col passaggio al DVB-T2 entro il 2022», scrive, fra i molti, la testata online DDay. Il motivo del processo è noto: fare spazio al 5G, la tecnologia di connessione mobile di nuova generazione dalle prestazioni molto più elevate che potranno soddisfare anche le esigenze d’uso come i dispositivi Internet of Things.

A cedere lo spazio sarà la TV digitale terrestre liberando la banda 700 MHz. Si stimano 40 milioni gli apparecchi TV che dovranno essere adeguati con decoder esterno o sostituiti. Con buona pace di chi ha effettuato l’acquisto di recente, striminziti gli incentivi per gli utenti: 100 milioni di euro.

Le frequenze in banda 700 MHz saranno oggetto di asta pubblica il prossimo anno: lo Stato ha previsto un incasso lordo di 3,2 miliardi di euro. Sta valutando se partecipare alle aste anche Linkem, l’operatore tlc, leader nel settore della banda larga wireless, che espone a Smart Building Expo. Lo sta facendo come alternativa alle telecom, ha spiegato l’Ad Davide Rota (nella foto), intervistato da La Repubblica. «Una rete in fibra proprietaria a fare da spina dorsale, con l’ultimo tratto, i 300 metri fino alle case, coperto dal cielo. Antenne che trasmettono sulle frequenze del 4G Lte oggi, dopodomani su quelle del 5G», dice Rota, che intanto ricorda: «Abbiamo un diritto di sfruttamento nelle frequenze nello spettro 3.4-3.6 fino al 2023. Confidiamo che venga prorogato, come sempre accaduto in passato».

Nel frattempo, Linkem ha cominciato le sperimentazioni in 5G a Catania. «Non è ancora una tecnologia stabile, le prime applicazioni commerciali arriveranno tra 24 mesi – spiega Rota – L’evoluzione non sarà tanto nella velocità di punta, quanto nella qualità della connessione che permetterà di governare una serie di servizi come la telemedicina. Noi copriamo già due delle tre frequenze utilizzabili». Per quella dei 700 MHz «ci vorranno nuovi fondi, da raccogliere magari in Borsa, a cui Linkem negli ultimi mesi è stata più volte accostata», spiega l’articolo de La Repubblica. «Lo guardiamo come uno strumento di raccolta – dice Rota – che può permetterci di moltiplicare gli investimenti in chiave 5G».

Per quanto riguarda le potenzialità finanziarie di Linkem, La Repubblica specifica che «l’ultimo finanziamento ricevuto da Blackrock, la più grande società di investimento al mondo, valuta la società oltre un miliardo di dollari, la prima startup italiana dopo Yoox a superare questa barriera e che la colloca nel ristretto club dei cosiddetti unicorni».