La corsa ad ostacoli della banda ultralarga in Italia

6 Febbraio 2023 Smart Building Italia


Il manager di Open Fiber, Andrea Falessi: “Partiti i primi cantieri del Piano Italia a 1 Giga. Problemi per la carenza di manodopera”

Quello della realizzazione di un’infrastruttura di rete adeguata ad un grande Paese industrializzato è purtroppo un argomento che occupa da almeno due decenni l’agenda tecnologica italiana e minaccia fortemente di restare lì anche negli anni a venire. Al riguardo, dei concetti interessanti sono stati espressi recentemente da un manager di Open Fiber, l’azienda che appunto si occupa della realizzazione, gestione e manutenzione di infrastrutture di rete a banda ultralarga in fibra ottica dislocate lungo l’intera area geografica italiana.

Via al “Piano Italia a 1 Giga”
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Il Direttore Relazioni Esterne di Open Fiber, Andrea Falessi, è intervenuto nel corso del summit “Telco per l’Italia”, organizzato da CorCom, sottolineando la partenza dei primi cantieri nell’ambito del “Piano Italia a 1 Giga”. Quest’ultimo rappresenta il primo dei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, che prevede uno stanziamento di 3,8 miliardi di euro come esplicitato all’interno del PNRR (l’acronimo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

In particolare, il Piano Italia a 1 Giga prevede di fornire all’utenza nelle aree grigie – quelle in cui è previsto l’investimento di un operatore che fornisce servizi di connettività a banda ultralarga – la possibilità di avere un accesso ad almeno 1 Gb/s in download e almeno 200 Mb/s in upload. E per arrivare a questo risultato la procedura avanzerà per milestone (pietre miliari): la prima fase è in attuazione mentre la seconda è predisposta con le gare per i lotti già avviate con valore di circa un miliardo di euro.

Nove regioni e 80 Comuni coinvolti

Open Fiber è uno dei soggetti più attivi del Piano Italia a 1 Giga grazie all’aggiudicazione di 8 lotti con dimensioni rilevanti.

“I gruppi di lavoro di Open Fiber – ha spiegato Falessi – sono operativi in tutte le nove regioni comprese dai lotti di intervento. I Comuni coinvolti sono circa 80, e va evidenziato il grande sforzo dei vari system integrator per centrare il primo obiettivo, ovvero raggiungere con la banda ultralarga l’1% dei civici entro il 31 dicembre 2022”.

Ovviamente, visto che parliamo del tormentato connubio fra Italia e banda ultralarga, non mancano gli ostacoli… Falessi ha parlato di “un lavoro complesso che fa i conti con tanti problemi, dalla grave mancanza di risorse al rincaro dei materiali, dai database non sempre eccellenti sino al ‘tasso di caduta’ del 38%. Tutti fattori che, evidentemente, comportano grosse difficoltà operative”. Riguardo al tasso di caduta, il riferimento è ai civici indicati nel lotto ma che in realtà non ci sono o non sono collegabili.

Il problema della forza lavoro

C’è poi un ulteriore ostacolo sulla strada della banda ultralarga derivante dalla mancanza di manodopera. Una carenza di forza lavoro che in realtà rappresenta uno dei problemi principali per le aziende infrastrutturali nel loro complesso, non soltanto quelle di telecomunicazioni, anche se diventa ancor più evidente quando si parla dell’attuazione dei piani che sono legati ai finanziamenti provenienti dal PNRR.

“Come Open Fiber – ha spiegato Falessi – proponiamo diverse soluzioni, ad esempio delle gare che invogliano e incentivano anche economicamente le aziende, i system integrator a portare risorse incrementali sui cantieri. Abbiamo poi costituito un consorzio, un unicum nelle telecomunicazioni – 80% Open Fiber, 20% Gruppo Autostrade – che assume direttamente risorse umane da portare nei cantieri. In questo momento ci sono circa 600 persone che sono state assunte e a regime pensiamo di arrivare a mille, anche di più”.