La casa di domani? Non solo smart, ma con servizi esclusivi

22 Settembre 2020 Ilaria Rebecchi


Domotica, tecnologia, sostenibilità e sicurezza anche sanitaria si incontrano per dare vita ai nuovi progetti residenziali del domani: ecco dove saranno (a Milano).

La crisi da Coronavirus ha cambiato abitudini e necessità di tutti noi. Anche in chiave smart home, soprattutto stravolgendo il nostro modo di abitare la casa.
E così Milano si fa portabandiera, come spesso accade, dell’innovazione tecnologica in chiave “casa intelligente”, attraverso una serie di nuove sfide per l’ambito residenziale che pongono la casa del domani smart, ovviamente, ma soprattutto anti-covid19.
Come?
Si parte dal fatto che, grazie al lockdown, è il caso di dirlo, la casa è diventata nido ma anche luogo di lavoro, pertanto spazi più ampi e maggiori confort, un terrazzo o giardino, solo per citare alcuni esempi, sono passati in pole position nella scala di preferenze di chi la cerca.

Sì perché una maggiore vivibilità e la possibilità di ambienti esclusivamente dedicati ad esempio allo smart working, con magari aree che possano fare da filtro tra interno ed esterno, come cortili e terrazze, dove trarre beneficio, liberare la mente e, perché no, socializzare – a distanza di sicurezza.
Ripensati anche gli spazi del co-working, che, come erano prima, oggi non rispondono alle esigenze dei lavoratori: via dunque a spazi ampi, non troppo popolati, ma in calo i grandi open space, in favore di sale raccolte a densità controllata.

Sul tema, recentemente è stato pubblicato lo studio “DesignTech for Future – Design e tecnologie per progettare il mondo dopo il Covid-19″, frutto dell’analisi di esperti tra architetti e designer internazionali ed imprese nel settore della ristorazione, della sanità della scuola e dell’hospitality. Un documento articolato in vari ambiti di intervento e che propone linee guida per la convivenza e modelli di spazi da vivere e abitare, privati e pubblici. Gli edifici post pandemia? Secondo le linee guida del documento dovranno essere progettati nel loro ciclo di vita complessivo, pensando al contenimento delle emissioni e alla loro “estinzione” una volto completato il loro ciclo lavorativo, diciamo così. Ipotesi, dunque, che vengano smontati e in demoliti, in modo da riutilizzarne alcune componenti.

Focus, poi, sull’ecosostenibilità e i principi dell’architettura bioclimatica ad emissione zero, con l’utilizzo di materiali nobili dal punto di vista ambientale e un approccio di progettazione di stampo tecnico-sanitario, ad esempio con sistemi di scanning corporeo in ingresso e tecnologie contacless e wireless, voice control e riconoscimento facciale per scongiurare il contatto con superfici forse contaminate.
Necessaria, per gli edifici di domani, anche una ventilazione naturale per garantire ricambi d’aria e sistemi di purificazione stand alone e altre tecnologie di disinfestazione a raggi UV ipotizzate per il trattamento igienizzante delle superfici a rischio tra maniglie, pulsantiere, piani di lavoro ed elementi di arredo.

Si pone poi l’attenzione sull’esigenza di utilizzo di materiali germo-repellenti come bronzo, ottone o rame e analoghi materiali sintetici, mobili su ruote per consentire una facile re-interpretazione degli spazi, e l’obiettivo di avere ambienti sensibili che massimizzino il benessere di chi li vive e delle sue esigenze.

Gli esempi a Milano

Siamo in zona Cascina Merlata, davanti al MIND Innovation Disctrict, e sta per nascere un nuovo lotto di 317 appartamenti nello smart district Feel UpTown che prevede quattro edifici, tre di 12 piani e uno di sette. L’intervento di EuroMilano e con progetto firmato Labics, è stato pensato per offrire soluzioni abitative che sposino il domani, sui principi della wellbeing e healthy city: la casa, qui, è un vero e proprio hub multifunzionale con utilizzo esclusivo di molti servizi condominiali tra palestra, piscina, co-working, sala cinema e spazi gioco per i bambini, prenotabili tramite app con previsione di sanificazione dopo l’utilizzo.
Tra i servizi innovativi e sostenibili un mini-shuttle a guida autonoma e il car sharing di comunità, i locker di condominio per ricevere pacchi, indumenti dalla lavanderia e spesa e per i principali servizi postali.

Altro intervento “futuristico” è la Torre Milano nella zona Nord della città: si tratta di un grattacielo di 80 metri di altezza per 23 piani fuori terra e 24° piano tecnico con vista sulla città. Lo sviluppo residenziale di Opm e  firmato dallo Studio Beretta Associati prevede 105 appartamenti differenti con servizi condominiali quali zona wellness, palestra e piscina,  spazio di coworking con terrazzo, area riservabile per riunioni ed eventi, parco giochi e area con calcetto e biliardo.
190 pannelli fotovoltaici produrranno 68,4 Kw di energia ed è stata progettata una vasca con capacità di 15.000 litri per la raccolta delle acque piovane per irrigazione. Torre Milano è il primo edificio in Italia “Alexa Built-in” e in ciascuno dei 105 appartamenti il servizio vocale di Amazon è integrato con la piattaforma MyHOME_Up BTicino e permetterà di controllare gli ambienti della casa con la voce, attivando così le principali funzioni di domotica.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.