Smart Home: a cosa serve la certificazione Matter

28 Luglio 2021 Ilaria Rebecchi


Una sorta di alleanza per rendere più snella e semplice la Smart Home. Amazon, Apple e Google in prima fila: ecco che cos’è Matter e a cosa serve

Una nuova certificazione di recente ingresso nel mercato della Smart Home sta conquistando anche solo per esser stata “creata” da aziende storicamente non così amiche tra loro.

Stiamo parlando di Matter, certificazione che comparirà sui dispositivi compatibili con i protocolli per la casa intelligente di marchi quali Amazon, Google e Apple. Obiettivo? La compatibilità tra Alexa Smart Home, HomeKit e Weave, ad esempio.
Il progetto nasce grazie alla cooperazione di brand illustri e leader di mercato quali Huawei, Signify e Samsung SmartThings: Matter, infatti, sarà sostanzialmente l’erede di Chip, precedente alleanza degli stessi tre colossi datata 2019 e nata proprio per far conoscere la smart home.

Così, dalle lampadine intelligenti ai videocitofoni, dalle serrature smart alle casse audio, Matter con il suo già iconico logo – rappresentante tre freccine che convergono verso il centro – avrà il compito di indicare ai consumatori che un tal prodotto può operare su un protocollo aperto funzionando quindi con le tre principali piattaforme sul mercato. Un logo ad alto tasso di riconoscibilità e che apparirà  sul dispositivo e sulla sua confezione.

Quando arriverà Matter?

Secondo le dichiarazioni, i primi prodotti certificati Matter sbarcheranno presto anche in Italia, si stima in una manciata di settimane o mesi, comunque entro la fine dell’anno.
Un nuovo passo in avanti, sicuramente, nell’ottica di rendere sempre più semplice l’intero comparto della smart home, settore che offre – anno dopo anno – prodotti sempre più complessi e sofisticati, con il rischio di scoraggiare i nuovi consumatori, ma anche quelli che sono già nel settore.

Inoltre, diventano molto più appetibili i device certificati Matter, eliminando di fatto la scelta da parte del consumatore di dover adottare una piattaforma o un’altra differente scongiurando quindi che ciascun dispositivo acquistato e sistemato nella nostra casa intelligente parli una propria lingua senza cooperare con altri device Smart Home in nostro possesso.
Questo, ovviamente, deturpa a lungo termine il mercato, e complica la vita agli acquirenti.

 

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.