La Rete Unica di Telecomunicazioni in Italia e le Infrastrutture Digitali d’Edificio: Verso un Futuro Connesso

12 Ottobre 2025 Luca Baldin


Negli ultimi anni, il mondo delle telecomunicazioni ha subito una trasformazione radicale, adattandosi alle esigenze di una società sempre più interconnessa. In Italia, uno degli sviluppi più significativi è rappresentato dal progetto in itinere per la creazione della rete unica di telecomunicazioni. Questo progetto, volto a unificare le diverse infrastrutture esistenti, ha il potenziale di innovare, non solo il settore telecom, ma anche quelli correlati, tra cui quello delle infrastrutture digitali d’edificio e dei servizi digitali.

La rete unica, infatti, è concepita come un’infrastruttura di telecomunicazioni condivisa per promuovere la concorrenza e sostenere l’innovazione. Deriva dalla necessità di ridurre i costi operativi e di migliorare l’efficienza dei servizi, attraverso un’integrazione delle reti fisse e mobili. In pratica, ciò significa che gli operatori di telecomunicazioni potranno accedere a un’infrastruttura comune, eliminando progressivamente antieconomiche duplicazioni e portando a un miglioramento complessivo della qualità dei servizi. Non da ultimo, in un quadro geopolitico a dir poco turbolento, qual è quello che stiamo vivendo, il progetto di rete unica riportata sotto il controllo pubblico ha il pregio di assicurare la sovranità di una infrastruttura strategica.

Si tratta, evidentemente, di un progetto che, sospinto dalle direttive europee in materia, va di pari passo con l’obiettivo del governo italiano di garantire una connettività di alta qualità in tutto il paese, inclusi i territori meno serviti. La strategia mira a colmare il divario digitale, fornendo a tutte le fasce della popolazione accesso veloce e affidabile a Internet, essenziale in un’era in cui il digitale è diventato un componente fondamentale della vita quotidiana.

Ma qualsiasi ragionamento in merito alla rete unica di telecomunicazioni sarebbe ed è incompleto se non comprendesse in qualche modo la tratta terminale della rete, quella cosiddetta “verticale”, ovvero quella interna agli edifici. Le infrastrutture digitali d’edificio costituiscono, infatti, un aspetto cruciale nello sviluppo della rete unica, rappresentando di fatto la sua finalizzazione, attraverso impianti che possono essere composti da cablaggi, antenne e tecnologia di rete che consentono una connessione veloce e stabile e, soprattutto, l’accesso a tutti i servizi digitali attuali e, potenzialmente, a quelli futuri.

Un tema ben noto al legislatore che, circa 10 anni, fa con una modifica al Testo Unico dell’edilizia, ha previsto l’obbligatorietà di tali impianti in fibra ottica (definiti “multiservizio”) nel quadro degli edifici di nuova costruzione e profondamente ristrutturati, ma che ha molto faticato ad imporsi sul mercato.

L’occasione di affrontare il tema della rete unica dovrebbe riaprire auspicabilmente il cantiere degli impianti d’edificio per immaginare un’architettura di rete finalmente razionale e non lasciata all’iniziativa del singolo.  Avere infatti una rete altamente performante e impianti domestici vetusti equivarrebbe a rendere del tutto inefficace un investimento fondamentale per il Paese.

Non di meno, l’emergenza energetica, spinge perché si prenda atto che solo edifici gestiti in modo intelligente attraverso sistemi domotici connessi, possono portare al raggiungimento di performance in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione indicati dalla cosiddetta “Direttiva europea sulle case green.

Banalizzare il tema della rete ad alta velocità in modalità FTTH (Fiber To The Home) alla questione della velocità di connessione, sarebbe perciò un macroscopico errore. Queste reti, infatti, non solo garantiscono una connessione veloce, ma pongono le basi per l’emergere di servizi digitali innovativi, come quelli legati al concetto di smart home, smart working, telemedicina e assistenza a distanza, per rimanere ai più noti.

Le smart home, ad esempio, si avvalgono di dispositivi connessi che migliorano la sicurezza, l’efficienza energetica e il comfort degli spazi abitativi. Senza una rete solida, questi servizi non sarebbero funzionali. Il telelavoro, diventato un must in seguito alla pandemia, richiede connessioni stabili per videoconferenze e trasferimenti di dati ad alta velocità. Infine, telemedicina e assistenza a distanza costituiscono le nuove frontiere della sanità pubblica, assicurando, tra le altre cose, risparmi considerevoli a quella che è la principale voce di spesa del bilancio dello Stato.

Vista sotto questa angolazione, una rete unica altamente performante e resiliente unita a impianti digitali d’edificio in linea con le tecnologie del XXI secolo (ovvero con impianti multifibra), è non solo una questione tecnologica, ma anche sociale e culturale. Fornire a tutti una connessione di qualità significa, infatti, promuovere l’inclusione sociale, facilitare l’innovazione e sostenere l’efficienza della spesa pubblica e, quindi, la crescita economica del Paese, ma in ultima istanza è anche una risposta alle sfide ambientali, poiché l’innovazione digitale può contribuire a modelli di consumo più sostenibili e a una gestione più efficiente delle risorse.

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.