La scelta degli interruttori differenziali: sicurezza prima del prezzo

4 Novembre 2025 Luca Baldin


Nel mondo degli impianti elettrici, la sicurezza degli utenti dipende da una serie di componenti fondamentali. Tra questi, l’interruttore differenziale riveste un ruolo cruciale: è il dispositivo che protegge le persone dai contatti diretti e indiretti con la corrente elettrica, rilevando eventuali dispersioni verso terra e interrompendo il circuito in tempi rapidissimi. Tuttavia, troppo spesso la scelta di questi dispositivi viene guidata da un solo criterio: il prezzo. Una valutazione superficiale, che può compromettere non solo la conformità normativa dell’impianto, ma soprattutto la sicurezza degli utenti.

Gli interruttori differenziali non sono tutti uguali e la normativa europea definisce chiaramente le caratteristiche che devono avere per essere utilizzati in installazioni domestiche e similari. In particolare, la norma CEI 64-8 capitolo 53, stabilisce che nelle abitazioni civili devono essere utilizzati interruttori differenziali conformi alla norma CEI EN 61008-2-1 (per gli interruttori differenziali puri) o alla norma CEI EN 61009-2-1 (per i differenziali combinati con interruttore magnetotermico, i cosiddetti magnetotermici differenziali), cioè interruttori differenziali “a funzionamento NON dipendente dalla tensione di rete”.

Ma cosa significa “a funzionamento NON dipendente dalla tensione di rete”? Si tratta di dispositivi che garantiscono la protezione anche in assenza di alimentazione: in altre parole, la loro funzione di sicurezza non dipende dalla presenza della tensione di rete. Questa caratteristica è fondamentale, perché assicura l’intervento del differenziale anche in condizioni di guasto o mancanza di uno dei conduttori di alimentazione su una parte del circuito.

Diverso è il caso degli interruttori differenziali “a funzionamento dipendente dalla tensione di rete”. Di questi dispositivi ne esistono di due tipi: quelli regolamentati dalla norma CEI EN 60947-2, c.d. per usi industriali, utilizzabili quindi solo per i quadri e gli impianti elettrici di tipo professionale o produttivo, e quelli regolamentati dalle norme IEC 61008-2-2 e IEC 61009-2-2 per uso domestico e similare, che in Italia e nella maggior parte dei paesi europei NON sono utilizzabili. Sebbene possano sembrare simili, hanno principi di funzionamento, requisiti e contesti d’uso completamente differenti. Impiegarli in un impianto domestico rappresenta una violazione normativa e, soprattutto, un rischio per la sicurezza.

Per questo motivo è indispensabile che installatori, progettisti e utenti finali si assicurino sempre che i dispositivi impiegati siano conformi alle normative EN o CEI vigenti e riportino le relative certificazioni. La marcatura CE, da sola, non è sufficiente se non accompagnato da una documentazione tecnica o da una marcatura che ne attesti la conformità alle norme specifiche per l’uso domestico e similare in Europa (cioè EN 61008-2-1 o EN 61009-2-1).

In un mercato in cui la concorrenza è forte e l’offerta ampia, può essere allettante scegliere prodotti dal prezzo più basso, magari di provenienza incerta. Tuttavia, un interruttore differenziale di scarsa qualità o non conforme può compromettere la sicurezza delle persone e causare danni ben più costosi di un piccolo risparmio iniziale.

L’invito, dunque, è alla responsabilità professionale e consapevolezza tecnica: la sicurezza elettrica non è un optional né un costo superfluo, ma un investimento imprescindibile. Un impianto realizzato a regola d’arte, con componenti certificati e installati correttamente, è la miglior garanzia per la tutela delle persone, la durabilità dell’impianto e il rispetto della legge.

Luca Baldin

Project Manager di Pentastudio e della piattaforma di informazione e marketing Smart Building Italia. È event manager della Fiera Smart Building Expo di Milano e Smart Building Levante di Bari. Dirige la rivista Smart Building Italia.