Ancora problemi con il Superbonus, si “sfilano” Intesa e Unicredit
Le due maggiori banche del Paese intenzionate a non accettare più la cessione dei crediti. E il governo valuta l’ennesimo intervento…
Per capire dove stiamo andando a parare basta fare un piccolo “esperimento”. Digitate la parola Superbonus (QUI i nostri approfondimenti sul tema) sulla stringa di ricerca del nostro sito e controllate l’esito: se è comprensibile constatare la presenza di moltissimi risultati, trattandosi della misura più significativa nel mondo dell’edilizia da tanti anni a questa parte, non altrettanto prevedibile è che tante notizie siano legate a concetti come “chiarimento”, “proroga”, se non “pasticcio” o addirittura “truffa”. Tutto questo per dire che l’evolversi del Superbonus al 110%, a due anni dalla sua entrata in vigore, è tutt’altro che chiaro, ed a rafforzare questa tendenza c’è, ultima in ordine temporale, la notizia che i due più importanti istituti bancari italiani, Intesa Sanpaolo e Unicredit, hanno deciso, per così dire, di darci un taglio…
I comunicati delle banche
“La banca – si legge nella nota di Intesa – ha sempre dato continuità e supporto al sistema delle imprese e delle famiglie anche quando la ricettività del mercato aveva subito una battuta di arresto nella seconda metà del 2021, accettando fino a quasi 20 miliardi di euro in lavori… Se non verranno modificate le norme di riferimento, è inevitabile un progressivo rallentamento dell’acquisizione delle richieste fino all’uscita”. Quanto a Unicredit, “alla luce del nuovo quadro normativo che consente la seconda e la terza cessione solo a banche e assicurazioni, si sta riscontrando un elevato volume di richieste che potrebbero comportare il raggiungimento della massima capacità fiscale possibile per la cessione dei crediti”. Nella sostanza i due istituti, così come tante altre banche di minori dimensioni, si stanno avvicinando rapidamente a quel limite di “capienza” oltre il quale non potrebbero più recuperare dallo Stato il credito fiscale generato dai lavori edilizi eseguiti in regime di Superbonus.
Una situazione, come è facile comprendere, che di fatto sta determinando un’autentica paralisi dell’intero meccanismo del Superbonus. La seconda paralisi, a dire il vero, dopo la prima provocata dalla decisione del governo di bloccare la possibilità della cessione multipla della cessione del credito, motivandola con la necessità di bloccare le numerose truffe in materia. Lo stesso governo aveva poi cercato di metterci la classica pezza, ripristinando una cessione del credito multipla ma “condizionata”. Non è bastato, come sentenzia in modo inappellabile la presa di posizione delle due maggiori banche del Paese.
I possibili rimedi
E adesso? Ci sono varie incertezze ed una sola certezza. Fra le misure in grado di far ripartire la maxi agevolazione si parla di un’estensione dei tempi nei quali “spalmare” il recupero del credito fiscale, piuttosto che un allargamento della platea di soggetti finanziari idonei a ricevere la cessione del credito. Ed ancora, aumentare a quattro il numero delle cessioni possibili, mentre il governo sta pensando di spostare in avanti i limiti temporali, ormai stringenti, relativi alle villette unifamiliari, con l’agevolazione attualmente confermata soltanto fino al 31 dicembre, fra l’altro a condizione che al 30 giugno siano stati effettuati almeno il 30 per cento dei lavori. La certezza? Torneremo presto a parlare di Superbonus!