La visione di Draghi per l’Europa: fondamentali la transizione energetica e digital

23 Settembre 2024 Marco Ventimiglia


Nel rapporto presentato all’UE un duro avvertimento: serve un nuovo Piano Marshall per il continente o si andrà incontro al declino

Evocare il Piano Marshall, ovvero il gigantesco piano di ricostruzione dell’Europa in macerie varato dagli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha rappresentato già di per sé un’affermazione di grande importanza. E se aggiungiamo che l’autore è stato Mario Draghi, ovvero una delle personalità di maggior spicco dell’UE, allora si spiega come queste parole hanno fatto subito il giro della cancellerie europee insieme, soprattutto, al rapporto presentato dall’ex presidente della Banca centrale europea.

Aumentare la produttività

L’articolato documento illustrato da Draghi, dal titolo “The future of European competitiveness”, contiene importanti indicazioni sulle prospettive dell’Europa, con il ruolo fondamentale che dovrà essere svolto da transizione energetica e digitale. L’attenzione dei media, però, si è comprensibilmente concentrata su un duro avvertimento contenuto nel rapporto: “Se l’Europa non riesce a diventare più produttiva – afferma Draghi – sarà costretta a scegliere e ridimensionare alcune, se non tutte, le proprie ambizioni”.

Da qui, appunto, il richiamo alla più colossale operazione di rilancio economico nella storia europea, quel Piano Marshall che andrà peraltro superato per dimensioni, e non di poco. Infatti, Draghi spiega che occorre immettere nel sistema Europa qualcosa come 750/ 800 miliardi di euro all’anno, ovvero l’equivalente di un doppio piano Marshall, pari al 4,7% del Pil annuale del continente. Risorse che potrebbero essere reperite con l’emissione di debito comune europeo sulla falsariga del Recovery Fund. “Senza questi investimenti – è il monito – il nostro benessere, la nostra società e persino la nostra libertà saranno a rischio”.

Le sfide da affrontare

Nel rapporto vengono individuate le principali sfide che deve e dovrà affrontare il nostro continente: l’innovazione, la decarbonizzazione, l’aumento della sicurezza, il finanziamento degli investimenti  e la riduzione delle dipendenze. Nell’ambito dell’innovazione un ruolo primario spetta alla digitalizzazione dell’economia, “che svolge un ruolo fondamentale in tutti i settori industriali e dei servizi, sia in termini di competitività dei costi (incrementi di efficienza e produttività), sia sempre più per quel che riguarda l’innovazione e la qualità dei prodotti e dei servizi”. In particolare, “la digitalizzazione e l’impiego dell’Intelligenza Artificiale sono essenziali per la capacità delle pubbliche amministrazioni di fornire beni pubblici europei, ad esempio nel campo della salute, della giustizia, dell’istruzione, del welfare, della mobilità e della tutela ambientale”.

Da qui l’avvertimento che per cogliere i vantaggi della digitalizzazione e delle tecnologie avanzate sono necessarie infrastrutture all’avanguardia e maggiori competenze digitali. Le proposte di Draghi sono quindi relative allo sviluppo delle Reti a banda larga ad alta velocità “per consentire la connettività e distribuire servizi digitali sicuri, onnipresenti e sostenibili essenziali per i cittadini e le imprese dell’UE”. Enfasi anche sulla crescita dell’informatica e dell’Intelligenza Artificiale, nonché sul comparto dei semiconduttori, “un fattore chiave per la catena del valore dell’elettronica europea”.

La  decarbonizzazione

Il riferimento al processo di decarbonizzazione che, lo ricordiamo, dovrà portare il nostro continente all’impatto zero per la metà del secolo, rimanda direttamente alla transizione energetica. Il rapporto sottolinea come l’Unione Europea deve attualmente fare i conti con la capacità produttiva e competitiva cinese in settori come i pannelli fotovoltaici e le turbine eoliche, ma anche i sistemi di accumulo e le pompe di calore. Da qui, sorge la necessità di percorrere una via il più possibile europea verso il raggiungimento della neutralità climatica.

Al riguardo, fra le più proposte più interessanti formulate da Draghi c’è l’introduzione nel sistema degli appalti pubblici di quote predeterminate che andranno riservate ai produttori locali. Inoltre, viene suggerita la creazione di un meccanismo capace di promuovere la mobilità intraeuropea dei lavoratori specializzati nei vari comparti legati alla transizione energetica.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.