E-mobility in aumento, cercansi installatori di colonnine elettriche

25 Gennaio 2019 Smart Building Italia


E-mobility, finalmente qualcosa si muove. In Italia, dove nei primi sei mesi del 2018 è stato immatricolato un numero di veicoli elettrici pari a quelli di tutto il 2017, quattromila,  e nel mondo, dove altri Paesi, come Cina e Germania, sembrano avere ingranato una marcia in più.

Per quanto concerne l’Italia, sulla scia di quell’aumento, abbiamo iniziato a vivere un 2019 denso di aspettative in tema di e-mobility. Dal punto di vista del business ciò riguarda i più vari comparti, a cominciare da quello degli installatori elettrici, cui spetta il compito di dotare le adiacenze degli edifici delle prese e dei collegamenti necessari per il rifornimento energetico dei veicoli elettrici. Al punto che da tempo è possibile frequentare appositi corsi di formazione, come quello proposto il 24 gennaio a Firenze dalla multinazionale ABB.

Segnali incoraggianti per l’e-mobility giungono anche a livello istituzionale. A esempio dall’Ecobonus 2019, approvato dal governo in modo definitivo, confermando i 6.000 euro per chi compra un’elettrica e, contestualmente, rottama una vecchia auto Euro 0, 1, 2, 3, 4. Se non si possiede un’auto da rottamare, invece, l’agevolazione scende a 4.000 euro.

Infine, va rilevato che le spese inerenti la posa in opera di un’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici potranno essere detratte nella misura del 50% (con importo dilazionato in dieci quote annuali), a patto di documentare una spesa fino a tremila euro, sostenuta fra il primo marzo 2019 e il 31 dicembre 2021.

Aggiornamenti quanto mai raccomandabili in tema di e-mobility, una volta preso visione del Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), presentato ai primi di gennaio alla Commissione Europea dai ministeri di sviluppo economico, trasporti e ambiente. Fra gli obbiettivi, spiccano quelli riferiti alla e-mobility, per la quale ci si pone l’obbiettivo di un milione e 600mila immatricolazioni entro il 2030. Numero che, secondo lo stesso piano, va sommato a quattro milioni e 400mila veicoli ibridi, per un totale di sei milioni di veicoli “alternativi” al rifornimento a benzina e derivati.

Sempre il PNIEC fissa inoltre investimenti per 70 milioni di euro destinati alla realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica e interventi di recupero del patrimonio edilizio mirati allo sviluppo delle medesime reti.

D’altra parte, il quadro internazionale è interessato da forti accelerazioni in ambito e-mobility. E’ di questi giorni la notizia che il governo tedesco finanzierà una nuova struttura completamente dedicata alla ricerca e all’innovazione sui sistemi di accumulo per veicoli elettrici. Con una tale misura, l’obbiettivo è quello di offrire alle imprese tedesche il giusto know-how per lo sviluppo della mobilità elettrica, nell’ambito di un piano biennale di un miliardo di investimenti lanciato dal ministero tedesco dell’economia lo scorso novembre.

In attesa che l’Europa dia concreti segnali di sviluppo in ambito e-mobility, i costruttori europei agiscono in altri Paesi decisamente più lanciati. Come la Cina che viaggia ormai a un milione di veicoli elettrici immatricolati ogni anno; proprio in Cina la Renault produrrà e venderà auto elettriche in seguito a una joint-venture conclusa con il colosso automobilistico cinese JMCG.