L’Italia sfida la logica: vendite di auto elettriche in diminuzione

2 Settembre 2022 Angela


Caso unico fra i grandi Paesi europei, nel 2022 registriamo un’allarmante flessione delle vendite dei veicoli elettrici e plug-in

Se c’è un Paese in grado di sovvertire ogni previsione, nel bene e nel male, questo è l’Italia. Un concetto che va assai di moda all’estero, nonostante faccia storcere il naso a molti di noi, che al di sotto delle Alpi ci viviamo. Sia come sia, bisogna avere abbastanza onestà nel riconoscere che non di rado offriamo spunti che inevitabilmente rafforzano la convinzione di cui sopra, e quanto sta accadendo con le auto elettriche ne è un perfetto esempio. Sarebbe infatti normale attendersi una crescita nella vendita dei veicoli poco o per nulla inquinanti, mentre una stagnazione sarebbe preoccupante, soprattutto tenendo a mente l’obiettivo dell’Unione europea per il 2035 di zero auto alimentate a diesel o benzina nelle concessionarie. Senonché, constatare che nel 2022 le vendite di auto elettriche sono addirittura diminuite, e non di poco, è un fatto, appunto, assolutamente sorprendente.

Veicoli BEV e PHEV

I dati sono quelli che periodicamente fornisce Motus-E e lasciano poco spazio all’immaginazione per quanto riguarda l’andamento delle vendite dei veicoli elettrici e plug-in (identificati rispettivamente con gli acronimi BEV e PHEV). Vendite che non soltanto risultano in flessione nei primi sette mesi dell’anno, ma denotano un’accelerazione di questa tendenza proprio nel più recente, con un andamento a luglio che, come vedremo, risente probabilmente della fine degli effetti positivi dovuti all’incentivo Ecobonus 2021. E ad amplificare l’allarme ci sono anche le dimensioni di questa flessione delle vendite, non di qualche decimale ma addirittura a doppia cifra

Motus-E specifica che nel periodo gennaio-luglio 2022 sono stati venduti 70.557 veicoli appartenenti ai comparti BEV e PHEV, con un calo di quasi diecimila unità rispetto ai 79.578 registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. Calcolatrice alla mano, ciò equivale ad una flessione percentuale dell’11,34%, il che pone l’Italia in una posizione eccezionale (nel senso stretto della parola) rispetto al resto dell’Europa. Infatti, anche negli altri 6 Paesi monitorati (Belgio, Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e Spagna) si è verificata una variazione in doppia cifra nelle vendite dei veicoli green, con la “piccola” differenza che si tratta di una variazione positiva…

Crollo delle vendite a luglio

Un andamento negativo che ha raggiunto, come detto, il suo apice a luglio quando la somma delle vendite di veicoli BEV e PHEV è stata di appena 8.670 unità a fronte delle 11.431 vendute nello stesso mese dello scorso anno, il che equivale ad un autentico crollo percentuale, -24,15%. A rendere ancor più negativo il quadro c’è il diverso andamento generale del mercato italiano dell’auto che proprio a luglio si è attestato sugli stessi valori dell’identico periodo 2021 interrompendo così un lungo periodo di flessione. Unendo le due cose, non stupisce che la quota di mercato delle auto BEV e PHEV immatricolate risulti anch’essa in netto calo, a luglio il 7,88% sul totale dei veicoli venduti in Italia quando nello stesso mese 2021 era pari al 10,32%.

Ma come si spiega questa flessione così netta e in assoluta controtendenza rispetto al resto dell’Europa? Per Motus-E una prima ragione sta nelle finestre temporali aperte e chiuse dagli incentivi: “Luglio 2022 è il primo mese in cui non assistiamo alle immatricolazioni dovute alle consegne delle BEV incentivate con Ecobonus 2021, veicoli che andavano immatricolati entro il 30 giugno 2022”. La seconda ragione è la mancanza di prodotto, a sua volta legata alla crisi di materie prime. Anche se, come sottolinea l’associazione, gli effetti non sono uguali per tutti: “Nei Paesi in cui le consegne erano già pianificate da tempo, pur avendo poca offerta, l’elettrico cresce: alla fine del primo semestre 2021, nei sette Paesi europei di cui teniamo traccia, l’unico in cui la quota di mercato dei veicoli elettrici puri non cresce è l’Italia”.