Nel 2023 resteranno in vigore quasi tutti i Bonus per l’edilizia

16 Dicembre 2022 Angela


Resta molto articolato il panorama degli incentivi con recupero fiscale e cessione del credito nell’edilizia, scompare soltanto il Bonus facciate

Per l’esercito degli addetti ai lavori nell’edilizia, nonché per l’ancor più grande platea dei comuni cittadini, si tratta di un autentico conto alla rovescia che ormai sta per concludersi. Una conta dei giorni mancanti alla fine del 2022 entro cui il governo aveva/ha la possibilità di modificare le normative relative ai numerosi Bonus fiscali a disposizione di coloro che effettuano interventi di varia natura sugli immobili.

Una considerazione a parte, naturalmente, merita il “re” degli incentivi, vale a dire il Superbonus al 110% delle cui evoluzioni, spesso pirotecniche, vi abbiamo peraltro già riferito. In questa sede ci limitiamo a ricordare che l’agevolazione resta in vigore, e non era scontato, anche se l’anno prossimo sarà in formato ridotto, con il recupero fiscale che scenderà al 90%. Esistono però, come detto, molti altri incentivi che permettono di ridurre l’onere economico dei lavori edilizi attraverso il classico meccanismo del recupero fiscale ma anche optando, quando concretamente possibile, per la cessione del credito.

Molte conferme vanno oltre il 2023

La conferma del Superbonus non è certo l’unica, anzi possiamo dire che riguarda tutti gli altri incentivi nell’edilizia – con meccanismi di funzionamento e percentuale di recupero fiscale pressoché analoghi  – tenendo presente un’unica eccezione di cui vi riferiremo in coda all’articolo. Cominciamo dal Bonus Ristrutturazioni, già esteso fino al 2024, con il recupero fiscale del 50% delle spese sostenute per un’ampia gamma di interventi edilizi compiuti all’interno dell’abitazione.

Orizzonte biennale anche per l’Ecobonus, l’incentivo che però alza il recupero fino al 65% delle spese sostenute per interventi di risparmio energetico effettuati sia su edifici singoli che condomini. Si applica, ad esempio, per la sostituzione di vecchi impianti di climatizzazione invernale con caldaie a condensazione, la messa in opera di pannelli solari per la produzione di acqua calda nonché l’installazione di pompe di calore.

Esteso fino al 2024 pure il Sismabonus, relativo agli interventi per la sicurezza antisismica di immobili ed interi edifici. La percentuale di recupero arriva fino all’80% per le singole unità immobiliari e all’85% per le parti comuni, ma solo per lavori effettuati in zone sismiche 1, 2 e 3. Il Bonus Verde, valido anch’esso per il prossimo biennio, permette invece di detrarre fino al 36% delle spese per la “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti con un tetto di 5mila euro.

Bonus Mobili, Bonus Idrico e Wallbox

C’è poi il Bonus Mobili – durata sempre fino al 2024 ma recupero dimezzato a 5mila euro -, che prevede il recupero del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici (di classe non inferiore a A+) e mobili. Ed ancora, prorogato a tutto il 2023 il Bonus Idrico, con il rimborso fiscale fino a 1.000 euro delle spese sostenute per acquistare nuovi sanitari evitando così gli sprechi d’acqua causati provocati da rubinetti e servizi ormai obsoleti.

Se per tutti i bonus fin qui citati l’estensione temporale era già avvenuta da mesi, è arrivata invece pochi giorni fa quella relativa all’incentivo per l’installazione di Wallbox e Colonnine di ricarica in aree private o condominiali. Un contributo valido per il 2023, fino all’esaurimento dei 40 milioni stanziati, che è pari all’80% delle spese sostenute, nel limite massimo di 1.500 euro a persona che diventano 8.000 nel caso di lavori effettuati da un condominio.

Infine l’eccezione di cui sopra, peraltro ampiamente prevista. Dal prossimo 1 gennaio scomparirà il Bonus Facciate con la sua detrazione fiscale legata agli interventi sulle superfici esterne degli edifici, come la tinteggiatura o la semplice pulitura. La sua conferma, del resto, era già stata in forse l’anno scorso, anche se poi si era optato per il rinnovo a tutto il 2022 ma con una percentuale di recupero delle spese tagliata dall’iniziale 90% fino al 60%.