Emissioni 5G? Per la Commissione Ue hanno effetti simili a quelle 4G

15 Aprile 2020 Ilaria Rebecchi


Kyriakidou afferma: “Nessuna necessità di rivedere i limiti di emissione per il 5G”

Non ci sarebbe alcuna evidenza di danni alla salute per ciò che concerne le emissioni del 5G. Ma non solo: secondo quanto affermato dalla Commissione Ue, il 5G avrebbe addirittura effetti analoghi a quelli del 4G.
Questo è l’esito della risposta ad un’interrogazione di Klaus Buchner, Europarlamentare del Gruppo Verdi-Alleanza libera europea al Parlamento europeo, sugli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici al 5G.
L’interrogazione (a questo link si può visualizzare), sottolinea il rischio di eventuali danni dovuti all’esposizione ai campi elettromagnetici e, parallelamente, chiede di fare chiarezza sulla composizione del comitato scientifico SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) sui possibili conflitti d’interesse con i membri ICNIRP, organismo internazionale che studia le conseguenze delle emissioni elettromagnetiche fissandone i limiti.

Proprio pochi giorni dopo la pubblicazione delle nuove linee guida ICNIRP in merito al 5G, tematica da qualche mese al centro dei timori di istituzioni locali e cittadini, arriva la risposta da parte di Stella Kyriakidou, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare.

La risposta, nel dettaglio, chiarisce che il comitato ha formulato cinque pareri pertinenti, l’ultimo nel 2015, che non hanno fornito alcuna giustificazione scientifica per rivedere i limiti fissati dalla raccomandazione 1999/519 / CE del Consiglio. Tali limiti si basano su una guida indipendente pubblicata dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti.
inoltre, per ciò che concerne la diffusione del 5G, le bande di frequenza previste sono coperte dalla raccomandazione del Consiglio e si prevede che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia vicina a quella del 4G, sempre al di sotto dei limiti raccomandati dal Consiglio, pari in media a 60 v/m che in Italia sono fino a 10 volte più severi pari a 6 v/m.

Per sostenere la valutazione del rischio, la Commissione ha inoltre sottolineato l’investimento di 49 milioni di euro in progetti di ricerca in campi elettromagnetici i cui risultati sono consultabili qui.

Infine, nessun membro del comitato scientifico SCENIHR è membro della Commissione internazionale per Protezione dalle radiazioni non ionizzanti e la natura collegiale del Comitato garantisce l’indipendenza ed evita pregiudizi. I processi di selezione sono conformi alle norme di trasparenza della Commissione e garantiscono una composizione equilibrata dei gruppi di lavoro.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.