La missione degli installatori: informare il mercato sulla cultura dello smart building

10 Luglio 2015 Smart Building Italia


torino_artigiani«Com’è successo ai tempi del passaggio epocale dall’analogico al digitale anche questa volta l’informazione arriva in ritardo, malgrado l’abbondante copertura mediatica sui progetti della banda larga». Valentino Magazzù, presidente degli antennisti CNA Piemonte, condensa così il senso del seminario “Banda larga nelle nuove costruzioni” a Torino ieri, 9 luglio, in cui gli installatori di CNA e Confartigianato si sono riuniti per capire e conoscere più a fondo il contenuto dell’articolo 135-bis contenuto nel decreto Sblocca Italia – in vigore dal 1 luglio – che impone di installare una infrastruttura che permetta di fornire l’accesso ai servizi a banda larga negli edifici di nuova costruzione o sottoposti a ristrutturazione che richieda il permesso a costruire. Individuando nella norma una grande opportunità di rilancio per il mercato, è logico che alla categoria degli installatori prema far conoscere a quanti più soggetti possibili la novità normativa. Ai costruttori, innanzitutto, ma anche agli amministratori pubblici che, per ammissione dell’assessore alle attività produttive del Piemonte, Giuseppina De Santis, non sono a conoscenza della materia.
Altro ostacolo da rimuovere è la percezione minima che cittadini, costruttori e amministratori hanno dell’importanza della diffusione delle banda larga e degli impianti di ricezione televisiva e della rete. La stessa De Santis ha definito il ritardo nella digitalizzazione del Piemonte e dell’Italia tutta un problema grave, e purtroppo, e nonostante tutto, questa gravità non è ancora avvertita a sufficienza. Ed invece, l’assessore ha sottolineato che l’accesso alla rete deve entrare nella logica della commodity, ovvero una utility come l’acqua, la luce e il gas, Sapremmo oggi vivere senza?
Claudio Pavan, presidente nazionale degli antennisti di Confartigianato, alla fine del suo dettagliatissimo intervento su diritto d’antenna e all’informazione, leggi, regolamenti e guida CEI, ha peraltro ricordato la quantità di casi in cui l’antennista è chiamato per risolvere problemi che nascono da una progettazione e da una costruzione che non tengono assolutamente conto degli impianti d’antenna, per quanto la materia sia disciplinata in abbondanza e da lunghissimo tempo (fin dal 1940!), diventando l’incolpevole capro espiatorio. Cosa che si sta riproponendo ora con i disturbi causati dall’LTE. «Mutamenti di segnale, disservizi e spostamenti di frequenza mettono a dura prova i “nervi” dei clienti e di noi tecnici – ha affermato Marco Bosticco, presidente antennisti Confartigianato Piemonte – che abbiamo l’obbligo di essere pronti a spiegare la motivazione dei black out e delle modifiche da attuare sugli impianti, rappresentando per il cliente una spesa aggiuntiva». Mentre già all’orizzonte si stagliano cambi di tecnologia trasmissiva, con l’avvento del DVB-T2 e dello standard di compressione video HEVC (e probabilmente nuovi problemi per i cittadini e per la categoria degli installatori/antennisti).
Ma al di là di questi non trascurabili problemi, la Legge 164 offre ora un’importante occasione professionale da cavalcare, ponendo in primo piano la nascente cultura dello smart building. «Tuttavia, senza la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti – ha concluso Magazzù – il rischio sarà di far rimanere lettera morta l’ennesima legge dello Stato ed evitare un’altra sconfitta nella gara con gli altri Paesi europei, ma specialmente per avvicinare sempre di più gli italiani al mondo».