Intervista a Nicola Badan: focus sulla Direttiva EPBD

9 Gennaio 2024 Ilaria Rebecchi


La Energy Performance Building Directive (EPBD), meglio conosciuta come Direttiva “Case Green”, è un insieme di norme proposto dall’Unione Europea finalizzato a promuovere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici ad alta efficienza energetica, con l’intento di modernizzare il parco immobiliare rendendolo più resiliente e accessibile, in grado di sostenere il miglioramento della qualità dell’aria, la digitalizzazione dei sistemi energetici per gli edifici e la realizzazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile.

A parlare è Nicola Badan, membro di ANIE CSI – Associazione Componenti e Sistemi per Impianti di ANIE Federazione – che riflette sul tema della Direttiva EPBD sulle Case Green:

Con la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD IV) si è inteso aggiornare il quadro normativo esistente per riflettere ambizioni più elevate, fornendo allo stesso tempo ai paesi dell’UE la flessibilità necessaria per tenere conto delle differenze nel parco immobiliare europeo e stabilendo inoltre come l’Europa possa raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero e completamente decarbonizzato entro il 2050.
Rientra nel pacchetto “Fit for 55”, alla base dell’attuazione del Green Deal europeo, per trasformare le politiche dell’UE in materia di clima, trasporti e fiscalità con l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), così da diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

La Direttiva EPBD/Case Green è una novità? Come giunge sino a noi?

Il tema dell’efficienza energetica nell’edilizia in Italia, ma anche in Europa, arriva da molto lontano attraverso la pubblicazione di susseguenti provvedimenti nazionali ed europei, dal 1976 con la Legge 373/76 “Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici” sino al 2018 con l’approvazione della terza Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici – Direttiva UE 2018/844 – EPBD III – provvedimento che ha fissato il quadro regolatorio per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 in materia di energia e clima, includendo primi elementi ad elevato contenuto tecnologico per una efficace modernizzazione del parco immobiliare, tra cui:

  1. l’integrazione di strategie di ristrutturazione a lungo termine nel settore dell’edilizia per favorire la mobilitazione di risorse economiche e la realizzazione di edifici a emissioni zero entro il 2050;
  2. la promozione per l’utilizzo delle tecnologie informatiche e intelligenti (ICT), tra le quali la Home & Building Automation per gli edifici non residenziali dotati di impianti termici con potenza nominale >290 kW, atte a garantire efficienza energetica e operativa oltre a comfort, salute e sicurezza;
  3. l’impulso alla mobilità elettrica con l’integrazione delle infrastrutture di ricarica negli edifici.

Lo scorso 7 dicembre,  la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD IV) ha concluso la fase dei cosiddetti “triloghi”, cioè di confronto tra il Consiglio dell’Unione, il Parlamento e la Commissione europea, raggiungendo un accordo politico di compromesso, partendo dal testo approvato lo scorso 14 marzo 2023 da parte del Parlamento europeo che di certo alzava l’asticella degli obiettivi di decarbonizzazione del settore, introducendo elementi di indubbia novità e di ulteriore innovazione tecnologica che sono essenziali per un utilizzo razionale dell’energia, la modernizzazione e la decarbonizzazione del patrimonio edilizio nazionale ed europeo.

Perché un efficace implementazione della Direttiva EPBD/Case Green è importante per tutti noi? Quali sono le opportunità?

Come è noto, l’Italia è un Paese caratterizzato da elevato rischio idrogeologico, sismico e da un patrimonio immobiliare generalmente vetusto ed energeticamente poco efficiente, pertanto, rafforzare il risparmio energetico incrementando il livello di efficienza degli edifici, “responsabili del 43% del consumo finale di energia e del 17,5% delle emissioni dirette di CO2 del nostro Paese”, è certamente una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni in un Paese dove il 60% dello stock immobiliare ha un’età superiore ai 47 anni (ante 1976), l’80% costruito prima del 1990 secondo normative che non garantiscono né i livelli di sicurezza e connettività richiesti agli edifici moderni né tantomeno una performance energetica realmente sostenibile, sia nella componente pubblica sia in quella privata.
Per garantire che il settore edifici possa fornire il suo rilevante contributo dando risposte immediate alle cogenti crisi climatica ed energetica, risulta necessaria un’“ondata di interventi e di ristrutturazioni” di edifici pubblici e privati che attraverso l’introduzione di tecnologie digitali, nel rispetto e salvaguardia di eventuali vincoli (anche storici) degli immobili, potrà permettere di ridurre significativamente i consumi, i relativi costi e inquinamento, ridurre le importazioni energetiche e incrementare la nostra autonomia, migliorare la qualità della vita (comfort, salute e benessere) e rendere un pianeta migliore per le generazioni future. Nel rinnovamento del parco immobiliare nazionale l’ausilio di soluzioni tecnologiche di Building Automation and Control Systems (BACS), abilitanti l’efficienza energetica attiva, permette di raggiungere questo fine; i BACS giocheranno quindi un ruolo da protagonista per un uso razionale ed intelligente dell’energia, dove, quando e quanta ne serve, con sistematica riduzione delle emissioni climalteranti e con il vantaggio di non essere invasivi nelle opere di riqualificazione degli edifici, con tempi rapidi di implementazione e di ritorno degli investimenti. Tutto ciò non può pertanto avvenire a prescindere dall’applicazione della nuova Direttiva europea sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD IV), vera e propria occasione per rimodernare in chiave digital & green il parco immobiliare nazionale ed europeo.

Quali sono le principali novità della nuova Direttiva EPBD/Case Green?

La nuova Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici – EPBD IV – nonostante il difficile negoziato che ne ha in parte ridotto gli impatti, è comunque riuscita a mantenere alcune ambizioni in ambito tecnologico e impiantistico estendendo quindi l’ambito dei sistemi tecnici per l’edilizia (Technical Building System – TBS), ed affrontare e migliorare altri aspetti legati alla salute, salubrità e sicurezza come la qualità dell’ambiente interno, l’aumento della resilienza climatica ed operativa, il miglioramento degli standard ambientali e sanitari, e tanto altro. Al di là del tema dei cosiddetti MEPS e della riduzione progressiva della media dei consumi con tappe % specifiche al 2030, 2033 e 2035 a seconda che si tratti di edifici residenziali e non residenziali, di seguito alcune anticipazioni e novità in chiave smart che riguardano ambiti tecnologici e di prestazione, in attesa della loro formalizzazione nel testo finale della Direttiva che verrà presumibilmente pubblicata entro marzo 2024:

  1. un nuovo standard per i nuovi edifici e una visione più ambiziosa per gli edifici a emissioni zero (edifici ZEB, a emissioni zero) a partire dal 2028 per i nuovi edifici pubblici, residenziali e non residenziali, e dal 2030 per tutti i nuovi edifici, requisito che riguarda anche la ristrutturazione profonda a partire dal 2030;
  2. l’estensione dei sistemi tecnici per l’edilizia (TBS) con l’inserimento, oltre ai sistemi di automazione degli edifici (BACS), degli impianti di riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, acqua calda sanitaria, illuminazione incorporata, energia rinnovabile (produzione e accumulo);
  3. l’adozione obbligatoria dei sistemi di Building Automation and Control System (BACS) per edifici non residenziali di grandi dimensioni e l’estensione per quelli medio-piccoli, ossia con impianti termici di potenza >290 kW a partire dal 2025 e >70 kW dal 2030;
  4. l’adozione obbligatoria dell’indicatore di prontezza all’intelligenza degli edifici (SRI) per edifici non residenziali con impianti termici di potenza >290 kW a partire da luglio 2027, dopo la pubblicazione di un atto delegato e di un atto esecutivo che ne prescrivano l’applicazione e l’attuazione;
  5. l’introduzione di impianti di energia solare nei nuovi edifici, residenziali e non residenziali, negli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali, che richiedano l’autorizzazione per ristrutturazione, con diverse date di implementazione a seconda della tipologia e della superficie utile – ad esempio: dal 2027 su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con superficie utile superiore a 250 m2 e dal 2028, ma con decorrenza scaglionata a seconda della dimensione, su tutti gli edifici pubblici esistenti;
  6. l’introduzione di prescrizioni più stringenti per l’implementazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile nelle diverse tipologie di edifici, a seconda se residenziali o non residenziali, se nuovi o esistenti o in riqualificazione importante, in funzione del numero complessivo di posti auto disponibili – ad esempio: per edifici non residenziali esistenti con più di 20 posti auto viene previsto 1 punto di ricarica ogni 10 posti auto entro il 1 gennaio 2027 e per edifici ad uso uffici nuovi e soggetti a riqualificazione importante con più di 5 parcheggi viene previsto 1 punto di ricarica ogni 2 posti auto.

Tali novità rappresentano un potente abilitatore per promuovere la modernizzazione tecnologica del parco immobiliare nazionale ed europeo rendendo i nostri edifici pronti ad affrontare le sfide future.

Come l’ammodernamento e l’innovazione tecnologica degli impianti di un edificio permette di operare il risparmio energetico?

La Direttiva sulla Prestazione Energetica degli Edifici, in particolare se riferita alla sua nuova revisione, affronta e sviluppa il tema dell’utilizzo delle tecnologie predisposte all’intelligenza (“smart ready”) nel settore edifici. L’intelligenza di un edificio si riferisce alla sua capacità di rilevare, integrare, interpretare, comunicare e rispondere attivamente in modo efficiente alle mutevoli condizioni in relazione al funzionamento dei sistemi tecnici per l’edilizia, all’ambiente esterno (comprese le reti energetiche) e alle richieste degli occupanti dell’edificio. La nuova EPBD estende sistematicamente l’indicatore che misura tale capacità (SRI) con l’intento di sostenere l’adozione dell’innovazione tecnologica nel settore delle costruzioni, stimolando l’integrazione delle tecnologie intelligenti negli edifici. Tale indicatore è oggi considerato un asset strategico, motore della trasformazione digitale e sostenibile dello stock immobiliare.
L’adozione dell’indicatore SRI nel settore delle costruzioni, e delle tecnologie digitali e smart solutions ad esso preposte (come Building Automation and Control Systems e Building Energy Management Systems), permette di soddisfare la condizione necessaria e più economica per raggiungere livelli più elevati di efficienza energetica, decarbonizzazione, sicurezza, salute e benessere delle persone, oltre che salvaguardare i vincoli del nostro patrimonio immobiliare, rispondendo ai requisiti del quadro regolatorio sia nazionale sia europeo.
La Commissione europea, ha stimato che l’implementazione delle tecnologie intelligenti (BACS), ed in particolar modo dello Smart Readiness Indicator (SRI), possono determinare impatti significativi in termini di efficienza energetica negli edifici; più specificatamente:

  1. implementare un “pacchetto” evoluto di tecnologie smart building a livello di edificio può portare a ottenere un 30% di risparmio medio sul consumo finale di energia, con il vantaggio della semplicità di installazione ed un rapido ritorno dell’investimento;
  2. sono stati inoltre valutati diversi scenari di impatto dello SRI a livello europeo, il quale ha il potenziale di aiutare a far risparmiare ogni anno fino a 160 TWh di consumi primari di energia, 23 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, 12,5 miliardi di euro in costi energetici e 1,4 miliardi di euro di costi correlati ai sistemi energetici. Inoltre, potrebbe portare a benefici in termini di benessere e salute delle persone pari a un valore di 6,5 miliardi di euro, e contribuire a creare 76.000 nuovi posti di lavoro.

Stime di certo significative in termini numerici che supportano appieno una visione olistica della Direttiva EPBD del sistema “edificio-impianti” in chiave smart, integrando i sistemi tecnici per l’edilizia con involucro e infrastruttura, non solo come elemento a sé stante, ma come parte di un distretto o di una città intelligente. Con tale visione, la nuova Direttiva EPBD risulta di fatto orientata a contribuire concretamente al raggiungimento di elevati livelli prestazionali dei nostri edifici, apportando ormai imprescindibili elementi di innovazione e modernizzazione attraverso l’ausilio delle tecnologie digitali, di certo un aspetto fondamentale per un’Italia e un’Europa più green, sicura e competitiva, ponendo le basi per un investimento a lungo termine per le nostre generazioni future e la nostra indipendenza energetica.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.