Andamento lento per l’efficientamento energetico degli immobili italiani

12 Gennaio 2024 Marco Ventimiglia


Il rapporto annuale di ENEA indica come ad inserirsi nelle classi energetiche più performanti sono soprattutto gli edifici di nuova costruzione

Il Rapporto sull’efficienza energetica, preparato ogni anno da ENEA, rappresenta uno dei documenti più autorevoli in relazione alla transizione green nel nostro Paese ed al ruolo ricoperto in questo processo dal comparto immobiliare. Efficientamento energetico del patrimonio edilizio italiano il cui scopo, evidenzia il rapporto, “è quello di ridurre significativamente i consumi e i relativi costi, incrementare l’autosufficienza, contrastare il fenomeno della povertà energetica e migliorare la qualità della vita in termini di comfort, salute e benessere”.

Un processo che va naturalmente collocato nello scenario europeo, nel rispetto delle regole sempre più stringenti che vengono dettate da Bruxelles. Non a caso l’analisi di Enea sottolinea che gli interventi nazionali sugli edifici andranno condotti secondo la filosofia europea della renovation wave, “anche attraverso l’introduzione di soluzioni e tecnologie che li rendano elementi attivi del sistema energetico, nel rispetto e salvaguardia di eventuali vincoli (anche storici) degli immobili”.

Troppi edifici obsoleti

A fronte di queste premesse, anche dall’ultima edizione del rapporto, relativa al 2022, emerge quello che è il principale problema dell’Italia, ovvero l’attuale lentezza con cui procede l’opera di efficientamento del settore edilizio in un Paese nel quale la maggior parte del parco immobiliare è stato costruito prima del 1990, “secondo normative che non garantiscono né i livelli di sicurezza e connettività richiesti agli edifici moderni né tantomeno una prestazione energetica realmente sostenibile”.

Non stupisce quindi constatare come anche nel 2022 gli edifici che risultano essere collocati nelle classi più performanti (A e B) sono principalmente quelli di nuova costruzione (70%), mentre quelli ristrutturati registrano sì una crescita del 35%, ma dopo il calo registrato tra il 2019 e il 2020. Insomma, serve molto di più per “incrementare il livello di efficienza nel settore civile, responsabile del 43% del consumo finale di energia e del 17,5% delle emissioni dirette di CO2 del nostro Paese”.

L’importanza del SIAPE

Il dettaglio di quanto accaduto nel 2022 all’interno del parco immobiliare nazionale è offerto come di consueto dal Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica. Il SIAPE, infatti, contiene il database energetico nazionale nel quale confluiscono gli APE emessi da Regioni e Province Autonome. Un patrimonio di dati in continua espansione che a fine 2022 ammontava a oltre 4,5 milioni di APE.

SIAPE che, con l’ulteriore collegamento ai sistemi regionali di Toscana e Basilicata, copre ormai quasi tutto il territorio nazionale con i dati di 17 regioni e 2 province autonome. Dati che indicano come la distribuzione tra settore residenziale e non residenziale degli immobili certificati è rimasta per lo più la stessa dell’anno precedente. In particolare, l’87,6% delle certificazioni confluite nel SIAPE riguarda il settore residenziale mentre il restante 12,4% è relativo al non residenziale.

Ripartizione per classi energetiche

Per quanto attiene la ripartizione degli edifici a seconda delle prestazioni energetiche, c’è un incremento di circa il 4,5% per quelli inseriti nelle classi energetiche migliori (comprese tra A4 e B), che salgono così al 15,4% del totale. Di contro, cala l’incidenza delle classi energetiche peggiori (F e G), che però resta superiore alla metà complessiva (51,3%), mentre la rimanente percentuale di edifici collocati nelle classi intermedie (da C a E) è sostanzialmente stabile.

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.