L’autoconsumo delle rinnovabili diventa possibile fino a 10 km di distanza

16 Maggio 2022 Angela


L’estensione territoriale dell’autoconsumo introdotta dal recente provvedimento sull’energia varato dal governo Draghi

Lo si potrebbe definire un “classico”, anche se non stiamo parlando di un film o di un libro ma della burocrazia… Infatti, gli intoppi legati alle lentezze e complessità delle procedure amministrative colpiscono ormai da anni anche il comparto delle energie rinnovabili, un ambito che ancor più degli altri avrebbe invece bisogno di autorizzazioni semplificate per non perdere il treno della transizione energetica. A complicare le cose c’è poi la diversità delle fonti rinnovabili, terreno fertile per uno Stato abituato a legiferare in modo capillare ed abbondante, il che poi rappresenta un’autentica manna per i cultori del cavillo burocratico annidati nelle amministrazioni pubbliche e non solo.

L’esempio delle comunità energetiche

Un esempio recente di questo stato di cose è rappresentato dalle comunità energetiche, oggetto di una regolamentazione risalente a due/tre anni fa (con due decreti legge) e decisamente rivedibile. Molto rivedibile se è vero che, ad esempio, un’associazione come CERS (acronimo di  Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali) ha preso posizione per stigmatizzare “l’inaccettabile ritardo nella stesura dei provvedimenti attuativi necessari allo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili”. C’è però da aggiungere che sul fronte dell’autoconsumo delle rinnovabili, come vedremo, qualcosa si sta muovendo.

Ma prima di occuparci di una recente e significativa modifica in materia di autoconsumo, è bene rammentare che cosa viene modificato. La legislazione originaria prevedeva un ambito territorialmente ristretto considerato che, tornando alle comunità energetiche, si parla dell’insieme di soggetti che “sono collegati in bassa tensione nel perimetro sottostante alla stessa cabina secondaria BT/MT”. Ed ancora, in relazione ai benefici economici derivanti dalla condivisione all’interno della comunità energetica, gli incentivi non vengono riconosciuti a tutta la energia prodotta, ma soltanto a quella condivisa all’interno della comunità, cioè all’energia prodotta e simultaneamente consumata dai membri della comunità.

Le novità sull’autoconsumo

Ciò detto, alla fine di aprile è stato convertito in legge il provvedimento sull’energia messo a punto dal governo Draghi, anche e soprattutto per far fronte all’emergenza determinata dal conflitto in Ucraina. Un testo che, appunto, contiene delle novità direttamente connesse all’autoconsumo di energie rinnovabili. E fra queste spicca una nuova misura che permette il collegamento diretto tra impianto e utente finale fino a 10 chilometri di distanza.

In particolare, la nuova norma conferma che un cliente finale diviene un autoconsumatore di  energia rinnovabile quando produce e accumula energia  elettrica rinnovabile per il proprio consumo “realizzando un impianto di produzione a fonti rinnovabili direttamente interconnesso all’utenza del cliente  finale”. Ma aggiunge che il cliente può raggiungere lo stesso status realizzando “uno o più impianti di produzione da fonti rinnovabili ubicati presso edifici o in siti diversi da quelli presso il quale l’autoconsumatore opera”. E tale impianto “può essere direttamente interconnesso all’utenza del cliente finale con un collegamento diretto di lunghezza non superiore a 10 chilometri, al quale non possono essere allacciate utenze diverse da quelle dell’unità di produzione e dell’unità di consumo”.