Domanda elettrica in calo nel 2023 e sale la quota delle rinnovabili

2 Febbraio 2024 Marco Ventimiglia


Il report di Terna indica un rilevante aumento per l’incidenza delle fonti green con una grande crescita di nuove installazioni fotovoltaiche

Meno domanda di elettricità, più ricorso alle fonti rinnovabili: se la prima è una notizia che si presta a molteplici interpretazioni – dal rallentamento dell’economia alle mutazioni climatiche –, la valenza della seconda notizia è inequivocabile, relativa com’è al procedere della transizione energetica. Entrambe le tendenze emergono dall’ultimo report di Terna che contiene molti dati a consuntivo dell’anno che si è appena concluso.

Diminuzione del 2,8%

Secondo le rilevazioni della società che gestisce la rete elettrica nazionale in alta tensione, nel corso del 2023 i consumi elettrici italiani sono diminuiti del 2,8% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 306,1 miliardi di kWh. Ed anche i consumi industriali risultano in flessione tendenziale, come anticipato dall’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore”, con una variazione negativa del 3,9% rispetto al 2022.

Risulta invece ampiamente positivo, come detto, il dato relativo all’impiego delle fonti rinnovabili. In particolare, lo scorso anno grazie al ricorso all’energia green è stato coperto complessivamente il 36,8% della domanda elettrica. Si tratta di una percentuale in forte crescita rispetto a quella del 2022, attestata sul 31%. “Il valore è in aumento – spiega Terna – grazie al contributo tendenziale positivo di tutte le fonti e, in particolare, della produzione idroelettrica, tornata in linea con i valori storici”.

Nuove attivazioni di rinnovabili

Andando a guardare più nel dettaglio l’andamento delle fonti rinnovabili nel 2023, le nuove attivazioni hanno raggiunto complessivamente una potenza di circa 5,8 GW. Si tratta di un incremento quasi doppio rispetto a quello registrato l’anno precedente. In particolare, si è passati da un totale di nuove attivazioni per le fonti energetiche rinnovabili pari a 1 GW nel 2021 ai quasi 6 GW dell’anno scorso, con nel mezzo i 3 GW del 2022.

Da notare come quasi tutto il maxi incremento delle nuove attivazioni di fonti rinnovabili è da ascrivere al settore fotovoltaico. Infatti, i dati di Terna indicano che nel 2023 la potenza fotovoltaica complessiva installata nel nostro Paese ha raggiunto i 30,28 GW mentre l’anno precedente ammontava a 25,05 GW, con un incremento annuale per le nuove attivazioni pari a 5,23 GW. Quasi tutto il restante incremento è dovuto all’eolico, passato dagli 11,85 GW di potenza installata del 2022 ai 12,34 GW dell’anno scorso (+0,49 GW).

L’andamento territoriale

Tornando all’andamento della domanda elettrica, a livello territoriale la variazione è risultata ovunque in diminuzione. La flessione maggiore si è registrata nel Nord Italia, -4%, mentre al Centro il calo è stato di due punti percentuali. Al Sud e nelle Isole si è invece registrato una flessione della domanda elettrica molto più contenuta, -0,9%. Ed ancora, la richiesta nazionale di energia elettrica nel 2023 è stata soddisfatta per l’83,3% con produzione nazionale e per la quota restante (16,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

Restringendo quindi l’analisi alla produzione nazionale netta (pari a 257 miliardi di kWh), è risultata in diminuzione del 6,4% rispetto al 2022 con la seguente articolazione per fonti energetiche: da un lato c’è stata la crescita di idrico (+36,1), eolico (+15,1%) e fotovoltaico (+10,6%), dall’altro lato si è registrata la flessione di termico (-17,4%) e geotermico (-1,9%).

 

 

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.