La riqualificazione energetica degli edifici è anche una questione di convenienza

3 Aprile 2024 Marco Ventimiglia


Presentato un rapporto che mostra i grandi vantaggi economici derivanti dal miglioramento delle classi energetiche delle abitazioni con risparmi fino al 40% sulla bolletta

Una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio, recita la saggezza popolare, e per quanto possa non essere immediatamente evidente si tratta di una postura, in questo caso “protettiva”, possibile anche in tema di riqualificazione energetica degli immobili. Infatti, se da un lato ridurre i consumi climalteranti delle abitazioni contribuisce a limitare il cambiamento climatico, dall’altro lato la conversione green delle case assicura dei benefici economici assolutamente non trascurabili.

L’argomento è stato affrontato durante la recente presentazione dello studio “Il valore dell’abitare. La sfida della riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano”, realizzato da CRESME, Fondazione Symbola, Assimpredil Ance e European Climate Foundation. Un rapporto che vuole favorire “una riflessione sulle possibili linee di intervento per l’attuazione in Italia della nuova direttiva europea recentemente approvata e sulle opportunità di medio-lungo periodo per il Paese in termini di riduzione della dipendenza energetica, potenziamento della filiera delle costruzioni e delle competenze, riduzione della bolletta energetica delle famiglie, specialmente quelle più fragili”.

Lo stock edilizio italiano

Un primo ragionamento sviluppato nello studio riguarda le caratteristiche dello stock edilizio italiano, stimato al 2022 in 12.539.173 edifici residenziali che ospitano un totale di 32.302.242 abitazioni di cui il 78,4% circa (25.324.854 abitazioni) è occupato da famiglie residenti. Un numero considerevole che rende l’Italia il primo Paese in Europa per numero di case per 1000 abitanti. Senonché, questo rilevante stock edilizio sta andando incontro ad una graduale perdita di valore, specialmente nelle aree periferiche, dovuta al fatto che il 72% degli edifici ha più di 43 anni ed è stato costruito prima della legge sull’efficienza energetica (L. n.373/76) e che il 68,5% delle abitazioni hanno una classe energetica compresa fra quelle peggiori, ovvero la E e la G.

Proprio in considerazione della “vecchiaia” degli immobili, il report indica che basterebbe far salire di sole due classi energetiche il patrimonio edilizio residenziale per consentire la riduzione media del 40% della bolletta di una famiglia, pari a un risparmio annuo di 1.067 euro ai costi del 2022. Allo stesso tempo si avrebbe un incremento del valore delle abitazioni. Infatti, una casa riqualificata energeticamente vale mediamente il 44,3% in più di una casa da ristrutturare. Incremento che arriva al 50,8% fuori dalle aree metropolitane in luoghi non turistici, mentre nelle periferie le case ristrutturate valgono il 40,5% in più di quelle non ristrutturate. Quest’ultime le aree dove si concentra la fascia più debole dal punto di vista energetico del patrimonio edilizio ed economicamente più fragile della popolazione.

Meno consumi e più lavoro

Con queste premesse, lo studio sottolinea le enormi opportunità per il nostro Paese in considerazione dell’obiettivo sfidante indicato nella Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici: far scendere il consumo medio dell’intero patrimonio edilizio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Dei target che devono rappresentare “un’occasione per creare lavoro, sviluppare nuove competenze e dare nuovo impulso alla filiera edilizia, motore della crescita economica interna”. In particolare, si stima che ogni miliardo di euro di investimenti in costruzioni produca un valore aggiunto di un miliardo e 100 milioni e un effetto diretto e indiretto sull’occupazione di 15.132 nuovi occupati.

“L’edilizia può dare un contributo importante per contrastare la crisi climatica e ridurre la nostra dipendenza dei combustibili fossili – ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – in particolare dal gas russo, dipendenza resa drammatica dall’invasione dell’Ucraina. Puntare con intelligenza su case green e su edifici sostenibili abbassa le bollette per famiglie e imprese, aumenta il valore delle case, riduce la nostra dipendenza energetica. Ed ancora, favorisce l’innovazione e la crescita di un settore strategico come l’edilizia aumentando l’occupazione”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.