L’efficientamento energetico? Nelle scuole è una strada tutta da percorrere

5 Dicembre 2022 Angela


Adesso, quella di Grugliasco è una scuola media come tante altre disseminate nello Stivale. Ma fra tre anni chi frequenterà questo istituto del torinese potrà ben dire di trovarsi in una scuola media come pochissime altre in Italia. Per quella data, infatti, saranno terminati i lavori di demolizione e ricostruzione suddivisi per blocchi del grande edificio, in modo di consentire la prosecuzione delle lezioni nel corso della loro effettuazione. Un intervento complesso e ambizioso che non solo cambierà completamente l’estetica e gli spazi interni della scuola “66 Martiri”, ma la renderà capace di produrre e consumare energia in modo “intelligente” grazie all’adozione delle soluzioni tecniche più all’avanguardia.

Quello della riqualificazione energetica degli edifici scolastici, poi, sarà il tema cardine della prossima edizione di Didacta Italia, in programma in Fiera a Firenze dall’8 al 10 marzo 2023, e soprattutto del progetto SmartBuilding.edu, area esclusiva interamente dedicata all’adeguamento impiantistico degli edifici scolastici in chiave green e digitale, nato dalla collaborazione tra Didacta e Smart Building Italia, la piattaforma nazionale nel campo della building automation.
Scopri di più: www.smartbuildingitalia.it/smartbuilding.edu


Il progetto dell’architetto Moretto

Il “cervello” di questo cambiamento è l’architetto torinese Luca Moretto, che ha maturato una lunga esperienza progettuale nell’ambito degli edifici destinati alla didattica in quella che definisce come “architettura della formazione”. Per quanto riguarda l’efficientamento energetico, Moretto ci racconta che per il progetto di Grugliasco in pratica “sono state messe in atto tutte le soluzioni attualmente disponibili. Parlo dell’impianto fotovoltaico, compresi i pannelli solari dedicati al riscaldamento dell’acqua, ma anche di un impianto di geotermia che sarà realizzato impiegando le sonde. Ed ancora, illuminazione a LED, sensori di presenza per l’attivazione/disattivazione delle luci, rubinetti con limitazione di mandata, utilizzo delle acque piovane per le cassette di risciacquo nei servizi igienici”.

Insomma, quello per la scuola di Grugliasco si prospetta come un gran bell’intervento all’insegna della modernità e della compatibilità. Peccato, però, che una tale dimostrazione di efficienza progettuale si presta anche a misurare l’inefficienza che invece la fa da padrone nella stragrande maggioranza degli edifici scolastici del Paese. “In Italia – dice l’architetto – l’edilizia scolastica rappresenta un problema che va al di là dell’aspetto, seppur di grande importanza, riguardante l’efficienza energetica. Gli edifici sono stati costruiti in gran numero fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, un periodo nel quale non si faceva attenzione a tante cose, ad esempio i materiali isolanti. Ma anche alcune soluzioni per le scuole che allora erano in auge, come la creazione di spazi interni con grandi volumi, si sono poi rivelate di improba gestione sotto l’aspetto del contenimento dei consumi energetici”.

Perché è difficile intervenire

Tante scuole, dunque, pensate e costruite male. Ma non solo… “A rendere ancora più complicato l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio scolastico – spiega Moretto – c’è anche la sua diversità. È vero, come ho detto, che si tratta per lo più di edifici mal realizzati, dove anche concetti basilari come quello del ponte termico non sono stati rispettati. Ma il fatto che si tratti di strutture poco o per nulla efficienti non significa che siano tutte uguali. Anzi, ogni edificio scolastico fa praticamente storia a sé e per intervenire bisogna agire come dei sarti”. A monte di tutto, poi, c’è l’aspetto regolatorio e legislativo: “Nel nostro Paese gli standard per l’edilizia scolastica risalgono ancora a una legge del 1975, tanto che anche i recenti bandi legati al PNRR fanno riferimento a queste indicazioni risalenti a quasi mezzo secolo fa. Il mondo è cambiato, dal punto di vista tecnologico ma anche antropologico, dai comportamenti dei ragazzi alle modalità dell’insegnamento. Occorre quindi una nuova normativa adeguata ai tempi”.