Rapporto GreenItaly 2020: sostenibilità e innovazione contro la crisi

15 Dicembre 2020 Ilaria Rebecchi


Focus sulla maggiore capacità di resilienza alla crisi da parte delle imprese sostenibili e tecnologiche

Recente è l’uscita dell’11° rapporto GreenItaly, curato dalla Fondazione Symbola con Unioncamere, il cui incipit è riservato ad una recente frase di Papa Francesco: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”.
Ed è proprio questa al chiave di lettura dell’intero lavoro, che va a sottolineare con fermezza la notevole caratteristica di resilienza di imprese volte a sostenibilità e tecnologia in tempi duri come questi, quelli della pandemia.

Una recente indagine, condotta nel mese di ottobre 2020, su mille imprese manifatturiere piccole e medie (con da 5 a 499 addetti), sottolinea come gli investimenti per la sostenibilità per il 16% del campione abbia contribuito ad un aumento del proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green.
Un dato importante, che si aggiunge a quello che vede le imprese sostenibili capaci di assumere personale per il 9% delle imprese green contro il 7% di quelle non-eco, diciamo. Tale e quale il discorso per l’export, aumentato per il 16% per le aziende green contro il 12% per le “tradizionali”.
Dulcis in fundo, la propensione all’evoluzione tecnologica fissa al 73% il tasso di innovazione delle imprese green contro il 46% delle altre: le imprese green investono quindi di più in ricerca e sviluppo (33% vs 12%) e utilizzano un corpo più importante di tecnologie 4.0.
E la sostenibilità ambientale? Il 24% delle imprese valutate ha dichiarato di avere in programma eco-investimenti nel triennio 21-23 e quelle maggiormente orientate al 4.0 in questo così tosto 2020 hanno persino aumentato di fatturato nel 20% del totale, quota più che doppia rispetto alle imprese non-green.

Altro dato importante del rapporto è quello che vede le imprese giovanili orientate di più al green: il 47% di quelle di under 35 ha investito nella green economy nel passato triennio, contro il 23% delle altre imprese.
Dall’indagine emerge chiaramente anche che green e digitale insieme rafforzano la capacità competitiva delle nostre aziende. Le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi, quota più elevata del citato 16% del totale delle imprese green e più che doppia rispetto al 9% delle imprese non green.
La transizione verde passa anche per un nesso tra imprese e istituzioni territoriali: le aziende che hanno investito o investiranno nel green hanno dichiarato infatti di aver instaurato/rafforzato collaborazioni con soggetti come le Regioni, i Comuni e le Camere di commercio nel 17% dei casi, a fronte di un 5% rilevato per tutte le altre.

Rapporto GreenItaly 2020: meno rifiuti, economia circolare ed eccellenze

Molte imprese italiane, nonostante la crisi del Covid-19, non hanno rinunciato a innovare e scommettere sulla sostenibilità ambientale, anzi, alcune hanno deciso di alzare la posta per essere ancora più competitive e resilienti.
L’economia circolare diventa mainstream e anche settori che erano stati tradizionalmente diffidenti ricorrono in maniera più consistente a materiale di recupero, anche nelle produzioni di fascia alta (ad esempi gli agglomerati di quarzite o l’arredamento di design). L’industria italiana del legno arredo è infatti prima in Europa in economia circolare: il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato.
Infine, la meccanica italiana, da sempre impegnata nell’efficienza e nella sostenibilità, oggi grazie anche agli incentivi di Industria 4.0 aiuta la gran parte delle filiere produttive a ridurre gli impatti ambientali.

Ilaria Rebecchi

Executive Editor della rivista e del portale Smart Building Italia, lavora come Giornalista e Senior Copywriter specializzata in settori come tecnologia e digitale, creatività e social media.