Mannori (algoWatt): “I territori vanno sostenuti nell’ottica della decarbonizzazione”

10 Giugno 2021 Smart Building Italia


Soluzioni innovative al servizio di comuni e municipalità delle piccole e medie città italiane: l’azienda punta alle comunità energetiche.

algoWatt opera da 40 anni nel campo delle soluzioni per le reti di distribuzione dell’energia, grazie alla collaborazione di tecnici qualificati per la progettazione e realizzazione di sistemi di Telecontrollo e di Difesa delle reti nazionali di trasmissione e di distribuzione elettrica. Sistemi e Reti che portano l’elettricità dal produttore all’utente finale, ma che sono e saranno sempre più messe in crisi dalla necessaria esplosione della produzione da fonti rinnovabili, non programmabili e sempre più distribuite, parcellizzate nella Smart City e nella Smart Land”.

Così afferma Massimo Mannori, Direttore Generale di algoWatt, azienda leader nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni per la gestione dell’energia e delle risorse naturali, in modo sostenibile e socialmente responsabile.
E l’azienda opera per rendere le reti di trasmissione e distribuzione sempre più resilienti ai drastici cambi di profilo della produzione e dell’utilizzo, già leader nello sviluppo di sistemi WAMS (Wide Area Monitoring System), sistemi real-time ad altissime prestazioni, che aumentano l’affidabilità della trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica con la diminuzione dei tempi di risposta delle contromisure, in caso di disservizi.

E il territorio risulta la chiave di lettura del futuro: “Negli ultimi 10 anni abbiamo virato verso soluzioni e realtà locali che dovranno essere sempre più autonome ed indipendenti dal resto della rete. Il mercato e la tecnologia offrono soluzioni sia fisiche sia virtuali”.
Sul versante delle fisiche “è bene ricordare i progetti di innovazione Podcast e Smartgen, che hanno consentito di realizzare a Sanremo una vera e propria smart grid, seppur embrionale. Grazie allo sfruttamento dei dati di monitoraggio della rete MT/BT (smart metering e stima dello stato con misure dirette e pseudomisure) e all’introduzione di sistemi di accumulo distribuito, è stato realizzato un DMS (Distribution Management System) capace di gestire problemi di ottimizzazione e controllo dei flussi di potenza, la regolazione della tensione, la fornitura di servizi ausiliari dalla generazione con potenziale coinvolgimento del mercato elettrico. Si tratta di una soluzione industriale che ci auspichiamo di potere replicare su vasta scala presso altri DSO di taglia media operanti sul territorio nazionale”.

E le soluzioni “virtuali”, invece? “Il necessario bilanciamento e isolamento per distretto può essere anche ottenuto virtualmente e algoWatt ha sviluppato, all’interno della propria suite Energy R.evolution, una piattaforma tecnologica, Libra UVAM, per la gestione degli aggregati di risorse di generazione e/o consumo del sistema elettrico (Demand-Response-As-A-Service) , utilizzabile dalla nuova figura dell’aggregatore, operante in modo innovativo e coerente con il paradigma Smart Grid. L’aggregatore è una figura prevista e ampiamente supportata dalla regolamentazione comunitaria e nazionale, in quanto rende disponibili nuove risorse per la regolazione del sistema, riducendo i costi per l’operatore e l’utente finale, incrementando affidabilità e flessibilità”.

L’approccio alle UVAM (Unità Virtuali Abilitate Miste) guarda ad uno scenario che vede il coinvolgimento su ampia scala della domanda e della generazione distribuita, coinvolgendo edifici, piccole utenze industriali e commerciali e, a tendere, le stesse utenze residenziali, e integrando tanto i dati di consumo e di produzione, quanto i dati economici degli utenti.
Per raggiungere questo obiettivo, adottiamo tecnologie innovative per l’analisi dei dati, la previsione del comportamento delle unità coinvolte, l’interazione con il mercato dei servizi di dispacciamento che sfruttano i più recenti sviluppi nel mondo dei “big data”. algoWatt punta a una soluzione a loop chiuso, che include il dispositivo di misurazione e attuazione scalabile e modulare, la parte di gestione dell’interazione con l’operatore e con il mercato e la catena di attuazione che può arrivare anche ad effettuare funzioni di BEMS (Building Energy Management System), magari per edifici di proprietà comunale o provinciale”.

Il tema della comunità energetica è uno dei punti chiave dell’azienda: “Stanno rapidamente diventando una realtà attraverso cui il Comune e la Municipalizzata possono fare sinergia, eventualmente con un soggetto terzo, per portare un vantaggio alla comunità locale. Attraverso le Comunità Energetiche è possibile condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili per potenza complessiva inferiore ai 200 kW ed effettuare autoconsumo utilizzando la linea di distribuzione elettrica esistente. Un’evoluzione normativa molto attesa che consentirà, finalmente anche in Italia, la nascita di un nuovo profilo di utenti prosumer”.

algoWatt offre soluzioni per “aggregatori” anche come servizio di interfaccia col GSE per le nuove comunità energetiche: “La regolazione delle partite economiche relative a quote di incentivazione e al riparto dell’energia condivisa è al centro dei progetti di ricerca e innovazione di algoWatt da anni, tra i punti di forza del proprio nuovo modello di business “as-a-service”. Per questo abbiamo sviluppato una piattaforma di gestione dedicata, Libra CE, soluzione scalabile che parte da una dashboard rivolta agli operatori per la gestione del riparto dell’energia condivisa e delle partite economiche con GSE, anche con contratti personalizzati. Nell’ottica di ottimizzare l’uso dell’energia condivisa, aggiunge poi il monitoraggio dell’energia con dashboard per il gestore della comunità e per i membri, fino a consentire la gestione dell’energia all’interno della Comunità Energetica per gli impianti che lo consentono”.

Mannori conclude sottolineando quanto la comunità energetica risulti conveniente soprattutto se accompagnata da “interventi specifici di efficientamento energetico. Ideale, soprattutto, in zone marginali caratterizzate da povertà energetica, per spingere i comuni ad uscire da questo status-quo nell’ottica della decarbonizzazione”.

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