L’impianto multiservizio e il potere della conoscenza

27 Giugno 2018 Smart Building Italia


C’è una vecchia e famosa pubblicità della multinazionale della consulenza Ernst & Young che recita: «La conoscenza è potere, trasmettila». Lo stesso principio è stato adottato da Danilo Caloro (nella foto), “classico antennista”, come si definisce lui, di Lecce, che ci ha raccontato come è riuscito a dare una scossa al mercato dell’impianto multiservizio nella sua città.

Intanto, il contesto. Caloro ha realizzato e realizzerà una serie di impianti multiservizio, divisi in due cantieri di altrettanti costruttori. Due contratti di fornitura per nuove costruzioni, insomma. «Il primo dei quali è relativo ad un immobile con tre scale. – spiega Caloro – Stiamo ultimando l’installazione di tre impianti multiservizio e di due impianti centralizzati per la TV in classe A+ il cui segnale sarà distribuito direttamente dal multiservizio».

Il secondo lotto è un lavoro più grosso: dodici scale per circa centotrenta unità abitative. Anche in questo caso si tratta di installare un impianto multiservizio per ogni scala e impianti TV in classe A+, ma qui il costruttore ha deciso di far realizzare solo la parte passiva in fibra ottica.

Ci si chiede perciò: come ha fatto Danilo Caloro a ottenere questi lavori convincendo i costruttori a dotare le nuove abitazione dell’impianto multiservizio? Facendo leva sulla conoscenza per condividerla con i suoi interlocutori. «Io con questi costruttori aveva già lavorato, ma nessuno di loro era a conoscenza dell’obbligo dettato dall’articolo 135 bis e nemmeno i tecnici di quelle imprese e i progettisti erano al corrente della normativa. Quindi, prima ancora del contratto abbiamo investito mesi nel formare i nostri clienti», dice Caloro.

«Io, il “classico antennista” – continua Caloro – che ha investito nella formazione per imparare a realizzare impianti di rete, di videosorveglianza, in fibra ottica, grazie anche al programma Smart Installer, ho organizzato incontri di formazione per costruttori, architetti, ingegneri spiegando loro la normativa in vigore, quali le tipologie di impianti da utilizzare, quale la classificazione dell’edificio in base agli impianti di cui è dotato. E solo dopo la formazione siamo passati alla definizione dei contratti e alla realizzazione dei lavori».

Nonostante a Lecce non ci sia ancora la fornitura del servizio in fibra FTTH, i nuovi edifici sono già predisposti con impianti per la distribuzione dei segnali. «Quando Open Fiber, che ha firmato un accordo con il Comune a fine 2017, completerà i lavori di posa gli abitanti di quegli immobili potranno accedere agevolmente alla rete e ai servizi digitali». Si chiama lungimiranza ed anche osservanza delle disposizioni di legge. Tra l’altro, ricorda Caloro, l’incidenza economica di un singolo impianto multiservizio passivo sull’intero manufatto è limitata, appena qualche migliaio di euro.

Certo, le resistenze persistono, «ci sono costruttori che resistono con ostinazione all’innovazione», afferma Caloro. E gli uffici tecnici dei Comuni non aiutano. «Ciò che abbiamo realizzato non viene, infatti, avvalorato degli uffici tecnici che mancano di fornire informazioni adeguate in materia. Per esperienza diretta dico che nel nostro Comune non si sa nulla a proposito della nuova dichiarazione di conformità», conclude Caloro.

Al di là della cronaca, il racconto di Caloro contiene una morale, magari ovvia ma sostanziale: in assenza di conoscenza e di informazioni non c’è mercato; viceversa, con la conoscenza si stimola l’attenzione dei costruttori facendo emergere anche la volontà di obbedire alla legge. È auspicabile, tuttavia, che questo processo avvenga in maniera strutturata e non su base volontaria del singolo, per quanto nel suo interesse.