La sostenibilità energetica spiegata al mercato

30 Ottobre 2018 Smart Building Italia


La sfida della sostenibilità energetica attraverso l’innovazione tech. Quella di sistemi intelligenti per ottimizzare e ovviamente ridurre i consumi degli edifici limitando l’inquinamento nei centri urbani dovuto principalmente ad impianti di riscaldamento vecchi ed energivori, responsabili del 64% delle emissioni di anidride carbonica quando il traffico contribuisce per il 10% (fonte: Politecnico di Milano). La sostenibilità è la bandiera issata molto in alto da Delta Electronics, la multinazionale taiwanese che progetta e produce sistemi per la building automation e di energy saving, soluzioni per il fotovoltaico e lo storage, sistemi di illuminazione e colonnine per la ricarica dei veicoli.

Un ampio ventaglio di tecnologie per un mercato potenzialmente enorme, data l’urgenza e la rilevanza della sfida considerato anche l’ennesimo allarme lanciato dall’ONU che dice che non c’è più tempo da perdere per scongiurare l’aumento della temperatura media globale sopra 1,5 °C. Un mercato in fieri che va debitamente messo al corrente sulle possibilità di efficientamento energetico per gli edifici, un’operazione “pedagogica” per creare la domanda. Ce ne parla Idilio Ciuffarella, direttore generale di Delta e GM EMEA Smart Building (nella foto).

Ingegner Ciuffarella, il principio di sostenibilità energetica appare sempre di più come una necessità. Il settore automobilistico dà l’impressione di aver compreso la sfida. Che dire invece del settore delle costruzioni visto da chi produce tecnologie smart?
«In linea teorica il settore delle costruzioni dovrebbe assimilare ancor meglio i principi della sostenibilità, ma la realtà ci dice una cosa diversa. Se le grandi società di costruzione hanno oggi la necessità di realizzare progetti di energy saving anche in osservanza della norma ISO 50001, esiste una fetta rilevante del mercato edilizio non ancora sensibilizzata verso la tematica della sostenibilità energetica».

Motivo? Mancanza d’informazione, disinteresse, risparmio negli investimenti?
«Troppo spesso chi costruisce un edificio ignora il potenziale di efficientamento energetico che la tecnologia oggi riesce a realizzare. Il motivo principale è, insomma, la carenza di informazione. Per tale motivo in Delta siamo impegnati a trasferire al pubblico di riferimento le nozioni relative a quanto può fare la tecnologia».

Parliamo dell’investimento. I costi sono certi ed immediati, i benefici rimandati in futuro. Quanto conviene fare dell’edificio uno smart building dotato di tecnologie che ottimizzano i consumi?
«Se consideriamo la soluzione di efficientamento energetico – definita BEMS, Building Energy Management System – conviene moltissimo all’investitore perché in grado di riassorbire i costi nell’arco di 2 anni o poco più, dopodiché si comincia a “guadagnare” o perlomeno a consumare meno energia. Diverso è l’ambito di uno smart building: non si tratta, infatti, solo di risparmio energetico, è molto altro. Comfort delle persone, sistemi di illuminazione, fotovoltaico e sistema di storage, networking, sistemi di sicurezza e controllo accessi sono aspetti che allungano il punto di pareggio, ma che rendono l’edificio più funzionale e, soprattutto, ne conferiscono un valore maggiore a favore di chi vuole venderlo o affittarne gli spazi. Dunque, sul versante del risparmio energetico l’investimento ha un ritorno rapidissimo, lo smart building è senz’altro più oneroso, specie nel caso di retrofit, ma è comunque un investimento conveniente perché soddisfa molteplice esigenze».

Delta Electronics sfoggia con orgoglio i Delta Building, edifici dove tutto è realizzato secondo i principi della sostenibilità energetica. Lo stesso approccio vale anche per i piccoli condomini e le singole abitazioni?
«Lavoriamo molto con il mercato che possiamo definire professionale, ma gli stessi sistemi di controllo, gli stessi apparati di produzione di energia rinnovabile e le batterie per lo storage sono adatti anche a condomini e a singole abitazioni private. In quel caso parliamo più di home and building automation, che è una delle divisioni di Delta. Altre sono il fotovoltaico e lo storage, la videosorveglianze, e via elencando. Conosciamo bene il mondo dell’edilizia privata perché abbiamo realizzato molti impianti fotovoltaici di piccolo taglio».

Tutte le tecnologie elencate sono integrabili e scalabili?
«Certo, magari attraverso un sistema unico di supervisione della produzione di energia come del controllo degli accessi, con la novità del riconoscimento facciale, e delle colonnine della ricarica elettrica per le auto».

C’è nel mercato sufficiente personale qualificato per realizzare e far funzionare correttamente tecnologie di efficientamento e building automation?
«Nel mercato prevale la specializzazione: esistono professionisti che lavorano bene nella building automation, chi nel fotovoltaico, soprattutto elettricisti o installatori, chi nella mobilità elettrica. Notiamo, invece, che manca la capacità di essere polivalenti, saper cioè integrare le varie tecnologie. Mi rendo conto che la polivalenza è il risultato di un percorso non facile perché è necessario un training continuo e costante, ma è un requisito più che opportuno. Faccio un esempio: nel caso in cui si vogliano introdurre funzionalità nuove per migliorare l’efficienza in un sistema installato un paio di anni prima il tecnico deve avere una preparazione in linea con l’evoluzione tecnologica. La formazione è un aspetto fondamentale».

È possibile ipotizzare come evolverà il mercato dell’efficientamento energetico legato al building in Italia?
«Analizzare il mercato odierno non è facile mancando ancora dati e studi specifici. Il concetto di smart building è tutto sommato nuovo. Diciamo che il mercato si deve ancora determinare e spetta a noi stimolare la domanda. I 26 Delta Building, molti di questi certificati LEED, realizzati con le nostre tecnologie di energy saving e building automation testimoniano il livello di innovazione che abbiamo raggiunto. Attraverso i Delta Building comunicano quel che possiamo fare con i nostri sistemi, il risparmio energetico e l’automazione che si possono ottenere. Ecco, la nostra strategia è mirata alla dimostrazione dei benefici raggiungibili creando un effetto domino, anche innescando processi di emulazione. Penso allora che il mercato della sostenibilità energetica sia destinato a crescere, ma lo farà in funzione del modo in cui sapremo muoverci, con intelligenza e tempismo».

L’offerta deve creare la domanda.
«Porto un altro esempio: stiamo maturando esperienze a livello internazionale con gli operatori telefonici i cui edifici sono al secondo posto per consumo di energia dopo le ferrovie, un’ottima palestra. A metà ottobre abbiamo organizzato un incontro a Venezia invitando Telecom, Telefonica e Vodafone a presentare i loro progetti di efficientamento e le loro esperienze con noi. Questo è l’effetto domino di cui parlavo. All’inizio è complicato: i potenziali clienti non dispongono di informazioni sulla convenienza dell’investimento e il nostro impegno è fornire loro le nozioni corrette. Lo stesso accade nel settore dell’hospitality che stiamo approcciando con convinzione: la gestione dell’impiantistica è spesso affidata ai manutentori che non conoscono quali possono essere i margini per ottimizzare l’efficienza energetica. Succede invece che durante l’audit scopriamo esserci un margine di miglioramento anche del 20% sui costi sull’energia».