Italia, Paese di robot d’avanguardia e di “navigatori” principianti

13 Giugno 2019 Smart Building Italia


Italia e internet: “navigatori” modesti e rapporti difficili. Italia e robot, un Paese all’avanguardia. Fra le molteplici contraddizioni che caratterizzano questo strano Paese, ecco quelle affioranti da due classifiche di autorevole e freschissimo conio. Da una parte la graduatoria stilata dalla Commissione Europea e nota come DESI, Digital Economy and Society Index, dove l’Italia annaspa al ventiquattresimo posto, il quintultimo, per quanto riguarda livelli di digitalizzazione acquisiti da singoli cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese.

Sul versante opposto campeggiano invece gli esiti del rapporto “Advanced Robotics in the Factory of the Future”, curato dal Boston Consulting Group, secondo il quale l’Italia risulta quinta nel mondo per aziende manifatturiere che entro il 2022 utilizzeranno robot di seconda generazione, capaci cioè di prendere decisioni autonome, senza più bisogno dell’intervento umano: quasi nove imprese su dieci, secondo una percentuale inferiore solo a quelle previste per India, Cina, Germania e Francia.

Per quanto riguarda invece la quotidianità di una vita basata su uso intensivo di motori di ricerca, applicazioni e supporti audiovideo, l’Italia al momento guarda da molto distante le prime posizioni che, al vertice del DESI 2019, sono occupate nell’ordine da Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca. Dove il Paese resta al palo è soprattutto nell’emancipazione della popolazione, al cui proposito il report della Commissione Europea ci dice che ben tre italiani su dieci non utilizzano abitualmente internet, mentre un italiano su due è privo di cognizioni digitali di base. Migliorano invece i dati quanto a livelli di connettività, classifica dove l’Italia scala sette posizioni in un solo anno, passando dalla ventiseiesima alla diciannovesima, e i servizi video on demand, a cui ricorrono ventitrè italiani su cento, otto in più dell’anno scorso.

Se da questa prospettiva ci spostiamo a quella indicata dal report sulla robotica curato dal Boston Consulting Group, appare chiaro come, fra milioni di italiani, quelli più informatizzati, e dotati di familiarità con internet e le sue svariate applicazioni, avranno le maggiori possibilità di impiego dentro fabbriche altamente robotizzate, per la cui ottimizzazione produttiva serviranno dipendenti dalla vocazione interdisciplinare, chiamati alla gestione di processi di automazione complessi e fortemente dinamici.