Bruxelles abbiamo un problema: le emissioni del settore trasporti

12 Aprile 2024 Marco Ventimiglia


L’allarme lanciato in un rapporto di Transport & Environment: l’incidenza della quota di CO2 generata nei trasporti continua a crescere

Uno dei grafici più importanti a cui guardare, per farsi un’idea di come procede la lotta al cambiamento climatico nel nostro continente, riguarda l’andamento della quantità di anidride carbonica che viene generata nei vari settori dell’economia europea. Ebbene, non serve essere laureati in statistica per rendersi conto immediatamente che i conti non tornano. Infatti, a fronte di più linee che denotano un’inequivocabile decrescita delle emissioni, ce n’è soltanto una che “testardamente” non vuole scendere, quella relativa alla CO2 prodotta nel settore dei trasporti…

Della questione, di primaria importanza, si occupa il recente “State of European Transport”, realizzato dalla ONG Transport & Environment. E proprio il direttore esecutivo di T&E, William Todts, ne ha recentemente illustrato i contenuti di fronte ai ministri dei Trasporti dei 27 Paesi dell’UE, riuniti a Bruxelles per discutere lo stato della transizione green nella mobilità. Una presentazione caratterizzata da una frase emblematica: “Nel 2030 quasi la metà delle emissioni del continente proverrà dalla mobilità, rendendola figlia problematica degli sforzi climatici dell’Europa”.

Fino al 44% del totale

Un avvertimento, del resto, che è frutto di una semplicissima previsione matematica: se le emissioni di tutti settori dell’economia calano ad eccezione di uno, l’incidenza negativa di quest’ultimo è inevitabilmente destinata a crescere. Tradotto in numeri, secondo le proiezioni più aggiornate, alla fine del decennio le emissioni di anidride carbonica del settore trasporti potrebbero arrivare a rappresentare il 44% di tutte le emissioni europee di gas serra rispetto all’attuale quota del 29%.
Si tratta del possibile e pericoloso punto d’arrivo di una tendenza che in realtà è consolidata nel lungo periodo. Infatti, è dal 1990 che le emissioni europee nei trasporti denotano un andamento in crescita intervallato da qualche fase di stallo. Il risultato è che sono complessivamente aumentate di un quarto mentre tutti gli altri settori presentano un andamento in declino delle emissioni di anidride carbonica, con i valori attuali sempre inferiori, in vari casi nettamente inferiori, a quelli registrati nel 1990.

Tre volte più lenta

Nel rapporto di Transport & Environment si sottolinea come “l’Europa deve iniziare a prendere sul serio il problema delle emissioni dei trasporti se vuole raggiungere lo zero netto nel 2050. Dal suo picco raggiunto nel 2007, la decarbonizzazione dei trasporti ha proceduto con un ritmo più di tre volte inferiore rispetto a quello degli altri comparti dell’economia europea”. Tradotto in quantità, le emissioni dei trasporti nell’UE ammontano ora a più di 1.000 MtCO2e (megatonnellate equivalenti), su valori molto vicini ai precedenti picchi raggiunti nel 2019 e, appunto, nel 2007.
Se le cose non procedono come dovrebbero, una parte della responsabilità è da addebitarsi all’insufficiente impatto delle attuali normative climatiche europee sul contenimento delle emissioni generate dal comparto trasporti. Dunque, nel report si evidenzia la necessità di ulteriori interventi delle autorità UE per regolamentare e indirizzare la transizione green nella mobilità. Viceversa, in assenza di nuovi interventi regolatori, le previsioni indicano che nel 2040 le emissioni dei trasporti caleranno soltanto del 25% rispetto ai livelli del 1990 (-62% nel 2050).

Il peso delle auto

Quanto ai maggiori responsabili delle “controprestazioni” del settore europeo dei trasporti in tema di emissioni climalteranti, il report T&E  indica innanzitutto le auto con motore termico (benzina e diesel) che rappresentano la principale fonte di CO2 con oltre il 40% del totale.

“La dipendenza dall’auto – viene sottolineato – è aumentata a partire dagli anni ’90, favorita dalla costruzione di autostrade e da un parco auto in crescita. Solo di recente stiamo iniziando a vedere una riduzione delle emissioni medie delle auto con l’arrivo sul mercato di un’ondata di veicoli elettrici”.

Ma a far aumentare ulteriormente la quantità di CO2 generata dalla mobilità stradale c’è il trasporto pesante, altro comparto purtroppo “coerente” con l’andamento generale del settore. Infatti, le emissioni provocate dalle attività di trasporto merci sono anch’esse aumentate in modo considerevole rispetto al 1990. Vale sia per la circolazione di camion e autobus (+25%) che per le spedizioni (+20%). Infine, va segnalato l’andamento ancor più preoccupante delle emissioni legate al trasporto aereo, addirittura raddoppiate negli ultimi 30 anni. Si tratta dell’aumento maggiore nel settore dei trasporti, anche perché “considerando l’effetto aggiuntivo delle scie di condensazione, l’impatto climatico del volo viene  potenzialmente triplicato”.

Marco Ventimiglia

61 anni, dal 1989 giornalista professionista de l'Unità dove ha ricoperto vari ruoli dapprima nella redazione sportiva e poi in quella economica. Esperto di nuove tecnologie, ha realizzato per anni il supplemento Unità Multimedia e curato il Canale Tecnologia su Internet. Negli ultimi anni realizza sul Web articoli sulla transizione energetica, la mobilità elettrica, il rinnovamento del patrimonio immobiliare, oltre che dare conto delle evoluzioni politiche e normative in materia.